Politica

Regine guerriere da McQueen tra ricami e abiti-corazze

Fiocchi e coccarde per la bellezza «sbagliata» voluta da Miuccia Prada, con il denim che diventa da sera

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Parigi Quattro passi nei misteri della donna e della moda, l'invenzione di un nuovo paesaggio che dall'anima porta al corpo e viceversa. Si può descrivere anche così l'ultima giornata di sfilate per la Primavera/Estate 2019 che ieri ha portato sulle passerelle di Parigi marchi globali come Louis Vuitton, Miu Miu e Chanel. L'indimenticabile show di Alexander McQueen si è svolto invece l'altra sera nell'Orangerie del Senato, un luogo di culto repubblicano annesso al Palais du Luxembourg costruito per Maria de Medici. Qui Sarah Burton mette in scena la più bella delle sue collezioni, un inno alle misteriose regine guerriere dei riti pagani di Avalon, Stonehenge, Silbury Hill. Da ognuno di questi luoghi che per la cronaca si trovano nella contea del Wiltshire ha preso spunti e immagini come i papaveri dei mazzolini votivi che ancora oggi si trovano nei luoghi di sepoltura druidica trasformati in coloratissima stampa su un sontuoso vestito in sbieco. Inevitabile l'approdo a Glastonbury, cuore geografico del ciclo di re Artu e da qui a Lacock Abbey, la meravigliosa abbazia costruita dalla duchessa di Salisbury che fa da sfondo alle avventure cinematografiche di Harry Potter. In pratica dal paganesimo si arriva al cristianesimo e ai riti di passaggio femminile in epoca vittoriana: nascita, sorellanza, fidanzamento, matrimonio e lutto. Tradotto in moda tutto questo diventa abiti-corazza di rara bellezza in pelle nera sulla vestina bianca ricamata dei battezzandi oppure morbidi vestiti da sacerdotessa in seta stampata con storie e dettagli di questo viaggio iniziatico dell'ufficio stile. Le modelle sono tutte pettinate come le protagoniste della miniserie televisiva tratta dal libro Le nebbie di Avalon di Marion Zimmer Bradley e indossano strepitosi stivaletti borchiati. Il finale toglie il fiato per la bellezza degli abiti da sera fatti da innumerevoli onorificenze medioevali ricamate all'uncinetto sul modello originale, un tesoro recuperato nel Tamigi e conservato al Victoria & Albert Museum. Completamente diversa ma davvero strepitosa la collezione Miu Miu che nasce da una domanda intelligente: di cosa parliamo quando parliamo di logo, tailoring, glamour ed eleganza? «Ho fatto un lavoro di decostruzione del bello conosciuto» spiega Miuccia Prada poco prima di far sfilare dei sublimi abiti a tablier (cioè a grembiule) decorati da fiocchi e coccarde in posti sbagliati. In alternativa ci sono tailleur e soprabiti in pelle molto bon ton indossati con curiose culotte di maglia al posto della gonna, calzettoni di lana con sandali di satin e meravigliose borsine anni Cinquanta decorate da perle, pailette o strass applicati dove non dovrebbero stare. La grande Signora del made in Italy ha inoltre trattato i tessuti preziosi tipo seta, satin e faille con lavaggi di solito riservati ai jeans, mentre il denim trattato in tutti i modi serve da fondamenta e base di alcuni modelli da sera. «Voglio fare una stanza con i vestiti come devono essere accanto a questi sperimentali, scommetto che prenderanno solo i primi: viviamo in una società allergica al cambiamento» conclude dicendosi tra il polemico e il preoccupato. Dire che ha ragione è poco.

Invece alla sfilata di Louis Vuitton ci si trova davanti alla geometrica potenza di tiro dell'uomo più ricco di Francia, Bernard Arnault e del suo miliardario gruppo del lusso globale. La sfilata si svolge infatti in un chilometrico tunnel di luci al neon che si specchiano nelle fontane costruite nella Cour Carrè du Louvre, dietro alla Piramide di Pei. C'è qualcosa di futuribile tanto nella moda quanto nella spettacolare messa in scena, una traduzione dello spazialismo consegnato al mito da stilisti come Courreges e Paco Rabanne negli anni Sessanta. Eppure ciò che il designer Nicolas Ghesquiere ha mandato in passerella è un felice riassunto delle tendenze di stagione: le maniche rinascimentali, il corto, il bianco ottico, le stampe all over, gli stivaletti e le giacche da uomo con le spalle esagerate. Del resto stiamo parlando dello stilista prediletto dalla Premiere Dame Brigitte Macron, ma anche del marchio che contende a Gucci il primato dell'amore dei Millennial. Imperdibile in questa interminabile fashion week di Parigi che per inciso è durata 10 giorni, la strepitosa collezione di scarpe con tacchi di cristallo e titanio creata da Diego Dolcini in collaborazione con Baccarat.

Verrà presentata anche a Mosca il prossimo 10 ottobre per festeggiare i 10 anni del brand in Russia.

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