Mondo

Via alle registrazioni per gli europei: 3,5 milioni in corsa per un permesso

Ne hanno diritto i cittadini Ue con almeno 5 anni di permanenza

Via alle registrazioni per gli europei: 3,5 milioni in corsa per un permesso

Londra Allarme tra i cittadini europei residenti nel Regno Unito. La questione Brexit è ancora in fase di stallo, ma da ieri è attivo il sistema di registrazione che consente a 3.5 di europei di ottenere uno status di permesso di soggiorno permanente per restare in Inghilterra nel post Brexit. All'inizio i sostenitori di Leave avevano assicurato che si sarebbe trattato di un aggiustamento automatico, ma poi le cose non si sono rivelate così semplici e adesso gli esperti temono che molte persone possano rimanere senza diritti legali.

Insomma, si profila all'orizzonte un secondo «scandalo Windrush», quello che vide coinvolti I tanti immigrati caraibici giunti in Gran Bretagna tra gli Anni 50 e 60 che hanno rischiato la deportazione perché erano rimasti senza documenti a causa di una lunga serie di errori burocratici. «Quelle persone si fidarono del ministero dell'interno ha spiegato ieri Maike Boh , fondatrice dell'associazione per la garanzia di uguali diritti ai cittadini europei e molte di loro vennero espulse perché, pur essendo cittadini in regola, non erano in grado dimostrarlo».

Da ieri possono registrarsi tutti i cittadini Ue in possesso di un passaporto e tutti i famigliari dei cittadini extracomunitari che hanno un documento biometrico valido. Devono poter dimostrare che hanno trascorso almeno 6 mesi all'anno nel Paese negli ultimi cinque anni e la registrazione costa 65 sterline che però verranno rimborsate, secondo quanto promesso proprio ieri dal Primo Ministro Theresa May. Quest'ultimo provvedimento, che rende di fatto gratuita la registrazione, è stato annunciato proprio in seguito alle proteste delle molte organizzazioni simili a quelle di Maike Bohn. Il fatto che bisognasse pagare per ottenere uno stato di residenza permanente avrebbe di fatto ridotto di molto il numero dei richiedenti.

Le perplessità sull'effettivo funzionamento del sistema tuttavia, rimangono. La fase che si è aperta ieri è in realtà la terza parte di un processo di registrazione «pilota», preceduto da due test ai quali avevano avuto accesso gruppi selezionati di cittadini stranieri. L'ultima fase si aprirà, o meglio dovrebbe aprirsi, dopo il 29 marzo, data ufficiale fissata per l'uscita dall'Europa. Nella seconda fase su 29.987 richieste sono state evase 27.211 e di queste nessuna richiesta è stata rigettata. Bisogna però ricordare che questo test riguardava soltanto 250mila persone.

Sui grandi numeri i risultati potrebbero rivelarsi molto meno soddisfacenti. L'Home Office ha fatto sapere che per ora al 70% dei richiedenti è stato garantito il permesso di soggiorno permanente, mentre al restante 30% è stato concesso una sorta di «pre-status» perché si trattava di soggetti che risiedevano da meno di 5 anni nel Paese. Il commento del ministro per l'immigrazione, Caroline Nokes, è ottimista: «Dall'inizio avevamo detto che garantire gli stessi diritti ai cittadini europei che risiedono qui era la nostra priorità - ha dichiarato - il rapporto sulla seconda fase mostra chiaramente che siamo perfettamente in grado di attuare il sistema di registrazione per far ottenere lo status di residente permanente a coloro che lo richiederanno». Una serie di malfunzionamenti nell'app ideata per registrarsi tramite smartphone ha però già messo in discussione il sistema e il tempo limitato a disposizione di tre milioni e più di persone è il problema più grande da risolvere. Chi vuole registrarsi lo deve fare entro il 2021.

«Nessuna persona seria può credere che l'Home Office sia in grado di garantire a tutti lo status richiesto entro due anni ha asserito Ed Davey, portavoce per gli Affari Interni dei LiberalDemocratici migliaia verranno lasciati senza una documentazione legale che provi i loro diritti».

Commenti