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Renzi adesso fa la voce grossa: "Frenetico immobilismo dell'Ue"

Il premier ora si accorge delle falle dell'Unione Europea: "Ha subito lo choc della Brexit. Da Bratislava solo promesse"

Renzi adesso fa la voce grossa: "Frenetico immobilismo dell'Ue"

Davanti a uno scenario internazionale in continuo movimento, l'azione dell'Europa "sembra caratterizzata da un frenetico immobilismo". Lo ha detto il presidente del consiglio, Matteo Renzi, riferendo alla Camera sul Consiglio europeo del 20 ottobre. "Il Consiglio europeo si colloca in una dimensione difficile" e si propone di "illustrare la situazione politica dopo quello che è accaduto con il referendum inglese e dopo un anno di consultazioni elettorali. L'Europa ha subito un duro choc con la scelta di un Paese, la prima in sessant'anni, di lasciare la nostra comunità. Non aiuta la nostra discussione il quadro politico internazionale. Il presidente Obama, in un importante articolo pubblicato nei giorni scorsi, ha sottolineato la contraddizione di un mondo più prospero che mai, ma accompagnato da una inquietudine crescente".

Il premier poi attacca: "L'Europa è a un bivio. Stavolta rischia sul serio. Rischia sul serio di non apparire più come il luogo della speranza per le prossime generazioni. Dopo una serie di appuntamenti preparatori si era pensato di arrivare a Bratislava con un significativo programma di riforme e un documento ambizioso per il futuro dell'Europa. Abbiamo dovuto verificare come questo frenetico immobilismo portasse a poco più che a niente, un documento molto banale, una sorta di somma di tanti riassunti, un elenco di buone promesse. Occorre impostare una strategia differente, immaginare un percorso inedito. L'unico punto positivo che io vedo è stato aver fissato Roma 2017 come data ultima di questo percorso: 60 anni dopo la firma dei trattati istitutivi delle comunità europee, i 27 Paesi si riuniranno e proveranno a immaginare il futuro. Può essere uno spartiacque, ma occorre prendere atto che da parte di tutti il tempo della proposta non può essere sganciato dalla constatazione che quando le cose vanno male occorre dirlo".

In merito al tema dei migranti, Renzi ha specificato: "È fondamentale che l'Italia sia promotrice di una posizione durissima nei confronti di quei Paesi che hanno ricevuto molti fondi e in questa fase si stanno smarcando dai loro impegni assunti formalmente di ricollocamento degli immigrati. Su questo punto vorrei che il mandato fosse forte e il più possibile ampio, non soltanto della maggioranza". Dopo aver affrontato il nodo immigrazione, Renzi parla dell'ocupazione e del costo del lavoro: "Il fatto che gli ingegneri in Italia costino meno che altrove è un fattore di competitività. Se in una brochure il Mise fa notare che si spendono meno soldi è un fatto di competitività. Il vero dramma di questi anni è la differenza tra quanto paga l’imprenditore e quanto mette in tasca il lavoratore", ha aggiunto Renzi. Infine il premier parla del referendum e riferendosi a Brunetta e al deputato del M5S Giuseppe Brescia ha aggiunto: "Brescia ha parlato di dittatura 2.0 aproposito del referendum costituzionale e forse ha in testa che questa siauna dittatura 1.0, Brunetta ha detto che si è fatta carne di porco della democrazia parlamentare. A voi dico che le parole sono importanti.

Poteteavere tutte le opinioni che volete, fate quello che volete sul referendum, ma questa è una democrazia e mettere in discussione la democrazia in Italia nonsignifica insultare il Governo, ma insultare l’Italia e noi non ve lopermetteremo".

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