Referendum Costituzionale

Renzi: "Bicameralismo paritario sconfitta dei padri costituenti"

Renzi agli studenti della Cattolica di Milano: "Se guardate i verbali dei lavori dell’assemblea costituente potete vedere come già allora il bicameralismo paritario fosse definito un doppione"

Renzi: "Bicameralismo paritario sconfitta dei padri costituenti"

L'ultima mossa di Renzi sul referendum: il bicameralismo paritario è una sconfitta dei padri costituenti. Il premier lo ha detto nel corso della sua lezione agli studenti del corso di istituzioni di diritto privato dell'Università Cattolica di Milano.

"Il mio obiettivo - dice il capo del governo - è uscire più ricco da questo incontro, non di convincere voi o altri ma si far scattare il meccanismo del cittadino consapevole. Poi faccio anche iniziative di propaganda ma non è questa".

Ma torniamo al bicameralismo. Su questo tema, osserva Renzi, "i padri costituenti hanno trovato un accordo, un compromesso alla meno". Il premier osserva che se si leggono i verbali dell'Assemblea Costituente si scopre che "già allora (nel 1946, ndr) era definito un doppione. Il bicameralismo paritario è un inedito e non c'è da nessuna parte. Già allora vi era la consapevolezza che alcune cose non funzionavano. La Dc si immaginava una camera delle professioni mentre il Pci si immaginava una camera delle autonomie e dei territori" e si è arrivati al compromesso del bicameralismo paritario. "Anche Nilde Iotti - ricorda Renzi - sparò sul bicameralismo paritario" in un discorso a Piombino.

Nel dibattito sul referendum "ho sbagliato anch’io - ammette il capo del governo - perché anch’io ci ho messo troppo di politico". Ed auspica, per gli ultimi giorni, un confronto basato sui contenuti e "non sulle bugie". "Io sto cercando di eliminare un po' di politici e spese, ma perché sono innamorato politica, non sono per l’antipolitica". Ed ha spiegato di voler "ridurre il numero" dei parlamentari per "aumentare la qualità".

Poi Renzi fa una battuta che farà discutere. E non poco. "Quando mi dicono che non sono stato eletto, io rispondo è vero, ma trovatemi un premier eletto, perché dei 63 premier in 60 anni nessuno è stato eletto direttamente dai cittadini". Se questo in parte è vero (mai la Costituzione è stata cambiata in tal senso) è anche vero che dal 1994, con l'avvento della cosiddetta Seconda Repubblica, si è andata diffondendo, negli italiani, la consapevolezza di poter indicare con il proprio voto il capo del governo. E bisogna anche ricordare che i leader che hanno guidato l'Italia nella Prima Repubblica nel bene o nel male si erano almeno una volta presentati alle elezioni politiche guidando i loro partiti.

Renzi non ancora.

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