Politica

Renzi fa la Boldrini in tv e dà del bullo a Matteo: «Solo un colossale spot»

L'affondo dell'ex premier: «Un milione di like non vale una vita». E attacca M5s e sinistra

Renzi fa la Boldrini in tv e dà del bullo a Matteo: «Solo un colossale spot»

Matteo chi? Dopo quattro annunci di abbandono della politica e ritiro a vita privata, nonché la più recente promessa di starsene «fuori dal giro per un po'», il nuovo piccolo Rieccolo del teatrino italiano (l'altro, lo si ricorderà, era il «grande» Amintore Fanfani), è ancora lì. Sulle accondiscendenti poltroncine televisive di una Rai che avrebbe dovuto «liberare dai partiti» (ipse dixit, ma chi lo ricorda più?).

Matteo Renzi è fatto così, bisogna portare pazienza. Il fatto incredibile è piuttosto che nel cuore della conduttrice Lucia Annunziata, soprattutto nella sua mente, il suo ricordo sia spodestato dall'altro Matteo. Forse è un siparietto preparato, forse no. A ogni lapsus della conduttrice, il Matteo Carneade ne approfitta per farsi lo spot gratuito, per sparare a zero sull'inaudita alleanza giallo-verde che governa l'Italia. Il peggio del peggio per l'ex premier e segretario di un partito ormai allo sfacelo. «Salvini ha concentrato tutto sui migranti e non si parla più di legge Fornero e flat tax, aumentano il costo del gasolio e tagliano il bonus cultura, mi sembra un bel governo del cambiamento...», ironizza. Ce l'ha con tutto e tutti, e tutto fa brodo. Il Movimento Cinquestelle? «Sinistra e 5 Stelle sono due rette parallele destinate a non incontrarsi...». Renzi ha sul gozzo «quel popolo di intellettuali, attori, cantanti, filosofi, che l'anno scorso dicevano che noi del Pd non eravamo di sinistra, che M5s era la sinistra...». Ma ora, argomenta, i grillini alleati della Lega «non sono vittime di Salvini, sono suoi complici... Oggi è Salvini il leader naturale, con il M5s che è una corrente padana, sostanzialmente a rimorchio». Ovviamente ci può essere del vero, ma la prosa è quella di sempre, tendente all'iperbole, sopraffatta dalla propaganda. Un populismo irreale ma spudorato tale quale l'altro. Con il ministro dell'Interno che è il male assoluto o quasi. «Ha fatto il bullo con 629 poveri disgraziati - dice Renzi - Si è comportato come un regista che ha fatto uno spot per le sue idee, ma da domani non cambia nulla: i porti sono aperti, e in Europa l'Italia è più isolata... Diciamo a Orban che se non accolgono i migranti smettono di avere fondi europei. Ma Salvini non lo fa, è suo alleato». Deve però riconoscere che è stata «una colossale operazione di successo dal punto di vista mediatico» (detto da appassionato del genere), ma «un milione di like non vale una vita» (no, non è uno slogan per palati buoni). «Una parte delle persone - continua - può essere convinta da Salvini... Però io no, posso perdere voti, ma non lascio annegare le persone. Questo tipo di scelta non ha alcuna conseguenza pratica...» ma, aggiunge, «fa crescere una deriva culturale, una trumpizzazione. Oggi i migranti, domani saranno le pistole per tutti».

Bum. Il popolare «bomba» sa come usare il calibro 800, quello delle antiche bombarde. Ovviamente, eleggendo Salvini a nemico privilegiato, Renzi si rivolge al proprio pubblico, e ancor più all'elettorato smarrito della sinistra, che ora vede i grillini pure alle prese con le inchieste. «Venga il ministro della Giustizia Bonafede in aula a raccontare chi è Lanzalone, che rapporti ha con lui... Moralisti senza morale, sono come tutti gli altri, anzi un po' peggio. Urlavano Onestà, ma 'ndo stà?». Il messaggio è chiaro, viene reso più esplicito durante una delle gaffe dell'Annunziata, che continua a chiamarlo Salvini. «Sbagliare Salvini? È capitato anche alla sinistra del Pd che per anni ha fatto la guerra al Matteo sbagliato». Fare un nuovo partito? «Che ce ne sono pochi?», dice pronto il Matteo scaduto dal cor. Che lavora per le prossime Europee con il partito di Macron, e si vede.

Stessa faccia, stessa tolla.

Commenti