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Renzi fa il garantista ma il Paese è terrorizzato

Le tesi assolutorie di Palazzo Chigi sui kamikaze si scontrano con i timori degli italiani. Per l'Ista, l'allarme sicurezza spaventa il 41% delle famiglie: è il dqato più alto dal '94

Renzi fa il garantista  ma il Paese è terrorizzato

I l premier gioca a fare il garantista e assolve gli immigrati, spiegando che gli attentati sono nati in Europa. Ma l'Italia ha paura, anzi trema. E di fronte alle bombe e ai kamikaze anche la situazione economica del paese appare meno buia. Lo svelano i dati Istat sulla soddisfazione dei cittadini per le condizioni di vita dell'anno 2015.Il primo numero che salta agli occhi è legato alla criminalità, che turba il 41,1 per cento delle famiglie. Si tratta del livello di tensione più alto mai registrato dall'inizio della serie storica nel 1994, con un aumento percentuale di oltre dieci punti rispetto al 2014. E questa è l'implicita risposta dei cittadini a Matteo Renzi, che ieri ha affermato: «Dopo gli attentati di Parigi due sono i rischi opposti che non possiamo permetterci: la sottovalutazione e l'isteria». Il problema della sicurezza sale quindi sul podio, superando il disagio per traffico, segnalato dal 38,4 per cento degli intervistati, inquinamento (36,7 per cento) e difficoltà nel parcheggio (37,3 per cento).A considerare la propria zona a rischio criminalità sono soprattutto le famiglie del Centro, dove la paura guadagna 13 punti percentuali passando dal 31,4 al 44,6 per cento e del Nord (dal 32,2 al 43,3 per cento). Più coraggiosi e pratici al Sud, dove invece si fanno sentire preoccupazioni per traffico (39,4 per cento), difficoltà di collegamento con i mezzi pubblici (36,3 per cento) e sporcizia nelle strade (35,8 per cento).E la fiducia negli altri? Un argomento imbarazzante. La parola d'ordine è «stare molto attenti» per il 78,6 per cento degli intervistati, anche se si è meno diffidenti al Nord rispetto al Sud e solo l'11 per cento pensa sia possibile vedersi restituire il portafoglio da uno sconosciuto (11,1 per cento).Rispetto all'età i meno fiduciosi sono gli over 64, mentre se si considera la condizione professionale e il titolo di studio, le persone di status sociale più elevato tendono a essere in generale più fiduciose. In molti, l'81,2 per cento e soprattutto donne, confida invece nell'operato delle forze dell'ordine. Scorrendo ancora la classifica del report Istat gli italiani sentono molto il problema della sporcizia nelle strade, il rumore, le difficoltà di collegamento con i mezzi pubblici e la qualità dell'acqua di rubinetto, che viene erogata in maniera discontinua per il 9,2 per cento. A crescere è invece la soddisfazione dei cittadini per la loro vita familiare, per i rapporti con gli amici e per il tempo libero, mentre rimane stabile quella per il lavoro e la salute. In pratica su una scala da 1 a 10 il punteggio medio attribuito alla soddisfazione per la vita nel complesso è 6,8.Invece molti italiani rispetto al passato vedono la situazione economica più rosea. Cresce la quota di persone contente, dal 43,4 per cento del 2014 al 47,5 del 2015, con un ottimismo che tocca i livelli più alti dal 2011. Le differenze territoriali sono però ampie: a dichiararsi molto o abbastanza soddisfatto è il 54,4 per cento dei cittadini del Nord, il 48,8 di quelli del Centro e il 37,3 di quelli del Mezzogiorno. Sul fronte del lavoro, il 74,8 per cento degli occupati esprime abbastanza o molta soddisfazione per il proprio impiego e come nel 2014 a dare giudizi positivi è soprattutto il gentil sesso.

Naturalmente più pesa la poltrona su cui ci si siede più si è contenti e soddisfazione elevata c'è tra i dirigenti, gli imprenditori e i liberi professionisti poi a seguire impiegati, operai e infine i lavoratori in proprio, che ancora non sono usciti totalmente dal tunnel che attanaglia il Belpaese.

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