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C'è l'accordo sul bilancio Ue. Inutile il (finto) veto di Renzi

Il premier aveva minacciato Bruxelles. Ma la sua mossa non blocca l'Ue. L'ennesimo bluff di un governo in affanno

C'è l'accordo sul bilancio Ue. Inutile il (finto) veto di Renzi

Sul bilancio Ue prosegue lo scontro tra Italia e Bruxelles. Il governo ha posto il veto ma di fatto a quanto pare quella di palazzo Chigi è un mossa bluf. Di fatto l'Italia si è astenuta. La scelta è stata espressa nonostante la proposta della presidenza Ue e accettata dal Parlamento europeo abbia recepito alcune richieste italiane, indicano le stesse fonti, "ciò non è stato ritenuto sufficiente per votare in favore". Il bilancio comunque non salterà come invece aveva affermato Renzi. Maggior supporto per i giovani disoccupati e ulteriori fondi per incrementare le iniziative di sostegno alle Pmi, i progetti di infrastrutture di trasporto, la ricerca e l'Erasmus per mobilità degli studenti, sono i contenuti chiave dell'accordo provvisorio sul bilancio Ue 2017 raggiunto stanotte in Consiglio. Dopo l'approvazione formale del documento da parte di deputati e Consiglio, il bilancio sarà comunque votato in seduta plenaria nel mese di dicembre. L'impegno totale dell'Unione ammonta a 157.880 miliardi di euro, con 134.490 miliardi stanziati per pagamenti.

Ma il veto italiano di fatto non avrà nessuna conseguenza. Già nei giorni scorsi il capogurppo di Forza Italia, Renato Brunetta aveva "smontato" la minaccia di Renzi: "Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e il suo fido sottosegretario, Sandro Gozi, continuano a parlare, mettendo a nudo la loro ignoranza, di veto dell'Italia sul bilancio europeo. Minaccia bluff che non esiste e che non ha alcuna base giuridica nei Trattati Ue o in altre norme dell'ordinamento comunitario. Il solito imbroglio al quale il governo del Fiorentino ci ha abituato in questi 32 mesi". "L'unanimità, ricordiamo a noi stessi e non ci permettiamo di ricordare a Renzi che dovrebbe saperlo bene, quindi il conseguente potere di veto, si ha solo sul bilancio pluriennale, di cui però non si parlerà prima della scadenza di quello attualmente in vigore, vale a dire nel 2020".

Insomma l'ennesima mossa bluff di un governo affetto da annuncite.

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