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Renzi minaccia l'addio al patto. Il Cav: così conviene solo a te

Il premier prova a forzare i tempi. Berlusconi agli azzurri: vuole una nuova legge elettorale, è stanco di una maggioranza di cui non si fida, non posso farmi carico degli aut aut coi suoi

Renzi minaccia l'addio al patto. Il Cav: così conviene solo a te

Non nasce sotto i migliori auspici un incontro che Silvio Berlusconi avrebbe voluto rinviare, magari a oggi o ancora meglio alla prossima settimana. E non solo perché il faccia a faccia si tiene a ora di pranzo in quel di Palazzo Chigi mentre a sera il Milan e gli argentini del San Lorenzo si contendono a San Siro il Trofeo Berlusconi (dedicato al padre dell'ex premier, Luigi), ma anche perché il leader di Forza Italia vorrebbe prendere tempo. Una, due settimane di riflessione. Che, per inciso, favorirebbero non poco la chiusura della finestra elettorale di primavera (con un eventuale election day insieme alle regionali).

Niente da fare, invece. Il colloquio dura oltre due ore e, a differenza delle precedenti occasioni, il clima pare sia piuttosto freddo anche tra i presenti: il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini da una parte, Gianni Letta e – con buona pace dei tanti rumors di queste settimane – Denis Verdini dall'altra. Tra Berlusconi e Renzi, dunque, si registra una certa tensione. Anche se va detto che le ricostruzioni del faccia a faccia fornite dai due diversi entourage sono alquanto divergenti. Distanti come mai prima d'ora: se dal versante Pd si respira l'aria di un premier «indispettito» e «irritato» e «pronto allo strappo definitivo», dal fronte Forza Italia si registra quello che viene definito «un semplice momento di riflessione».

Il punto di caduta di una trattativa che si è andata impantanando nelle ultime settimane non è tanto nel merito quanto nei tempi. Il tema è la nuova legge elettorale e Berlusconi non avrebbe detto di «no» all'idea di attribuire il premio di maggioranza alla lista e non alla coalizione (cosa su cui spinge Verdini, ma per la quale sono molto freddi molti altri big di Forza Italia). Sarebbe un passo in avanti verso il bipolarismo, fosse per me niente da eccepire, solo che – sarebbe il senso delle parole dell'ex premier – su questa cosa i miei non li tengo: ci sarebbero meno posti di pregio nelle liste elettorali e poi temono tutti le elezioni anticipate. Considerazioni che a Renzi non sarebbero per nulla piaciute. Perché, è la versione del faccia a faccia che arriva da Palazzo Chigi, «i tempi sono ormai maturi» per una nuova legge elettorale e «servono risposte certe». A breve. Renzi, insomma, avrebbe detto a Berlusconi che se ha bisogno di tre-quattro giorni per riflettere faccia pure, ma che la prossima settimana bisogna chiudere altrimenti «il patto del Nazareno finisce qui». Con tanto di scenario alternativo, visto che il premier continua a dirsi convinto che se salta l'accordo con Forza Italia allora si passa al Mattarellum (o «Giachettellum», come Renzi ha ribattezzato la proposta depositata da Roberto Giachetti durante l'incontro con i parlamentari del Pd di martedì). Un sistema elettorale che non dispiace al M5S e che secondo Verdini – stando ai numeri attuali - sancirebbe la fine di Forza Italia. Se gli ambienti renziani raccontano di una sorta di ultimatum a Berlusconi, dal suo entourage si parla di «semplice incontro interlocutorio». Sul premio di lista Berlusconi avrebbe preso tempo, perché serve una riflessione. Che però non si terrà oggi pomeriggio: era in programma un incontro con deputati, senatori, europarlamentari e coordinatori regionali di Forza Italia per un confronto, ma è stato rinviato al 13 novembre a causa - almeno formalmente - dell'allerta meteo che oggi paralizzerà la capitale. L'ex premier da parte sua resta convinto che «non si è rotta alcuna trattativa» come stanno lasciando intendere i renziani. Quello del Nazareno, confida ai suoi, «è un accordo tra pari e non un patto leonino» (quello in cui uno dei contraenti ha solo benefici e l'altro solo conseguenze negative). Con un messaggio a Renzi: «Basta forzature». Perché – confida Berlusconi ai suoi – il premier ha bisogno di una nuova legge elettorale per mettere a tacere una maggioranza di cui non si fida, tanto da dover andare avanti a colpi di fiducia.

Ma – sono le considerazioni private del leader di Forza Italia – non posso certo farmi carico io dell'aut aut di Renzi al Pd.

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