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Renzi minimizza le inchieste: "Questione morale tocca tutti"

Il premier incassa l'ennesimo guaio giudiziario targato Pd: "Chi sbaglia sia punito". Ma non mette apre la questione morale nel partito: "Non c'è una destra contro la sinistra, ma qui ci sono gli onesti contro i ladri"

Renzi minimizza le inchieste: "Questione morale tocca tutti"

"Un complotto dei magistrati? Ma de che...". Matteo Renzi incassa l'ennesima tempesta giudiziaria che travolge il sindaco piddì di Lodi Simone Uggetti e tocca da vicino il vicesegretario dem Lorenzo Guerini. È l'ennesima inchiesta, che scuote il Nazareno dopo quella che ha messo nei guai l'ex consulente del premier, Stefano Graziano, in Campania, a riaprire il tema della questione morale in un partito come il Pd che di questione morale non vogliono mai sentir parlare. Tanto che lo stesso Renzi quando ai microfoni di Rtl 102.5 glielo chiedono lui minimizza: "Riguarda tutti quanti...".

"Questa inchiesta fa male". All'indomani dell'arresto di Uggetti, invischiato in una brutta storia di appalti per le piscine di Lodi, Renzi cerca di tenere botta. "Uno fa di tutto per far vedere le cose positive dell'Italia, è sempre un problema - dice - ma c'è bisogno di grande chiarezza nei confronti dei magistrati, nessun complotto". E a Rtl 102.5 conferma piena fiducia nei magistrati: "Se saranno colpevoli è giusto che paghino, ma nessun tipo di strumentalizzazione di battaglia politica - ribadisce - nessun complotto". Il problema è che l'inchiesta di Lodi è l'ennesimo fulmine a ciel sereno che si abbatte sui democratici a un passo dalle elezioni comunali. Eppure nemmeno l'ennesima indagine sembra svegliare il premier. Che, anzi, minimizza. "Ma - dice - i partiti non devono sparare sugli altri partiti perché dappertutto ci sono dei casi aperti". E mette in chiaro: "C'è dappertutto una questione morale. Non c'è una destra contro la sinistra, ma qui ci sono gli onesti contro i ladri".

Sul capo di Renzi non pendono solo le inchieste giudiziarie. Prima dovrà passare attraverso il risultato delle elezioni comunali, che a maggio rischiano di rivelarsi un tonfo pesantissimo per il Partito democratico, e la sentenza definitiva sulle riforme costituzionali. Tra le due il premier teme più il referendum sul ddl Boschi. "È evidentemente che se si perde il referendum io vado a casa - ammette - non posso essere come i vecchi politici di una volta che si mettono la colla alla poltrona". "Abbiamo fatto una proposta al Paese e l'Italia deciderà - continua - è una proposta non di Renzi, ma che si discute da trent'anni". I primi segnali di disaffezione al governo, gli italiani potrebbero già lanciarli nelle urne.

Il premier, però, mette le mani avanti: "Chi vince le amministrative dipende dalle città, che c'entra il governo? Noi come il Pd siamo impegnati affinché faccia bella figura, ma le amministrative sono una cosa che non riguarda il governo".

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