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Renzi: "Niente tagli sulla sanità"

Il presidente del Consiglio si presenta alla Camera per il "question time". Duello in aula con Brunetta su flessibilità e fiscal compact

Renzi: "Niente tagli sulla sanità"

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi risponde a varie interrogazioni durante il "question time" alla Camera dei deputati. Tra i primi argomenti in discussione la spesa sanitaria e le prescrizioni inappropriate da parte dei medici. Il premier risponde all’interrogazione di Arturo Scotto (Sel) e assicura: "Deve essere chiaro che sulla sanità questo Paese non sta tagliando, poi possiamo discutere su come impiegare questi denari. Nel 2002 erano 75 i miliardi di euro destinati al Ssn, quest’anno 110 l’anno prossimo 111. È l’unico settore dove c’è stato un aumento del 40% rispetto al 2002".

Renzi poi entra ancora di più nello specifico: "Se c’è da cambiare qualcosa siamo pronti, anche se è un provvedimento già votato nelle scorse settimane. C’è una disponibilità totale a discutere, ma non raccontiamo che siamo in presenza di tagli. Poi possiamo discutere come impiegare i denari, consultare il web eascoltare anche quanto ci dicono i medici. C’è la Società italiana di radiologia dice che il 30% delle risonanze magnetiche non è necessario, la società italiana di medicina interna dice che su 64 milioni di visite specialistiche il 10% non è appropriato. Ci vuole un patto di serietà tra di noi. Che si debba investire è un fatto anche perché la popolazione invecchia, e come diceva Woody Allen 'invecchiare è sempre meglio dell’alternativa'. Ma questa è la base di partenza, non raccontiamo che siamo in presenza di tagli perché l’unico settore dove si sta incrementando è la sanità".

Tema migranti. "Non ci sono i numeri di cui state parlando - spiega il premier in risposta a un’interrogazione di Barbara Saltamartini (Lega Nord) - un milione di persone non sta arrivando in Italia. In Italia sono arrivate lo scorso anno 170.000 persone. Oltre un milione di persone è arrivato in Giordania, un Paese di circa 4 milioni di abitanti. Dite i numeri veri". Poi ancora: "Altri che non siedono in questo parlamento, ma in altri parlamenti sono stati capaci di dire prima 'a casa tutti' e poi 'li ospiterei nel mio bilocale'. Altri sono stati incoerenti. Noi siamo stati coerenti in Europa da aprile a giugno e infine al Consiglio di settembre".

Il capo del governo ha parlato anche di politica estera: "Sono tanti anni che abbiamo politica estera filoatlantica e non la cambieremo sulla base di qualche spot, ma nella storia italiana c’è sempre stato dialogo e se vogliamo affrontare un nuovo ordine mondiale ben vengano le iniziative come quella di Cuba, ma bisogna portare la Russia al tavolo". E ancora: "È molto positivo che il presidente degli Stati Uniti e quello della Federazione russa siano tornati a parlarsi". Si sofferma poi sulla Siria: la posizione dell’Italia "rimane nel solco delle Nazioni unite, invitare a tutti i livelli alla collaborazione e far sì che non si replichi un modello per il quale dopo 4 anni di guerra, che ha prodotto non soltanto milioni di profughi, ma la sconfitta della politica internazionale, si replichi ancora una volta un meccanismo per il quale la mancanza di governo porta all’esplosione di pezzi interi di Medio oriente".

Sulle tasse Renzi insiste: "Si elimina la tassa sulla prima casa per tutti e per sempre, non rilevano le letterine europee; loro facciano quello che devono fare e noi facciamo quello che dobbiamo fare". E assicura: "Il punto centrale deve essere che l’abolizione della tassa sulla prima casa non deve pesare sui Comuni. Altrimenti si lede il patto di fiducia con i sindaci".

Per quel che riguarda la crescita, argomenta il capo del governo, "accanto alle singole scelte da fare con cuore e cervello, c’è una priorità per tutti: quella di restituire fiducia agli italiani. Il punto chiave - insiste Renzi - è la fiducia, non è un elemento di ottimismo da training autogeno fatto da un governo in cerca di autore ma un elemento fondamentale della politica economica. Se il consumatore italiano, il più grande risparmiatore occidentale, che ha messo in banca 350 miliardi di euro in più, nascosti all’economia reale, se questo consumatore torna ad avere fiducia in quello che l’Italia sta facendo abbiamo non solo una ripresa ma un rilancio economico che può portare l’Italia a essere una sorpresa in Europa e nel mondo".

Botta e risposta con Brunetta

"Mentre qualcuno, anche tra di voi, anche lei stesso, ha votato il fiscal compact nella legislatura precedente - dice Renato Brunetta - qualcun altro ha ottenuto la flessibilità. Nel fiscal compact ci sono delle clausole di flessibilità che sono state ottenute dal nostro presidente del Consiglio Berlusconi e di cui lei dice oggi di voler usufruire". Renzi replica subito: "Il riferimento alla data è il 13 gennaio 2015", quando la Commissione europea "ha approvato la comunicazione sulla flessibilità",
che ha "consentito a ciascun Stato membro di utilizzare la clausola sulle riforme strutturali e sugli investimenti, in totale l’un per cento di pil, 16,8 miliardi".

Brunetta ha controreplicato: "Ce ne saranno molti di meno e non si può utilizzare la flessibilità, cioè il deficit, per tagliare le tasse in forma strutturale. Questo è impossibile per le regole europee, per l’articolo 81 della Costituzione e le regole interne di bilancio.

Un errore da matita blu, mi consenta, signor presidente del Consiglio".

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