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Renzi perde pezzi: Popolari per l’Italia lasciano la maggioranza

Mauro (Popolari per l’Italia): basta appoggio all'esecutivo. Con lui lascia Di Maggio. Ma D'Onghia e Rossi non ci stanno: "Restiamo nel governo"

Renzi perde pezzi: Popolari per l’Italia lasciano la maggioranza

Matteo Renzi perde altri pezzi. I Popolari per l’Italia hanno deciso di uscire dalla maggioranza che sostiene l'attuale governo rendendo al premier la vita più difficile a Palazzo Madama, anche se i due rappresentanti del partito nell'esecutivo preferiscono non perdere la poltrona. "Riforme non condivise, condotte in modo improvvisato ed approssimativo, con una improvvida esaltazione del carattere monocolore dell'esecutivo - scrive Mario Mauro - sono alla base di una decisione che è innanzitutto un giudizio definitivo su una gestione politica che sta tenendo in stallo l’Italia, la sua economia e il suo bisogno di crescita".

"Le nostre idee - spiega Mauro - contribuiranno ora alla costruzione e all’organizzazione di una maggioranza politica nel Paese centrata sui valori popolari e liberali". Con l'addio dei Popolari per l'Italia la strada di Renzi si fa sempre più ripida. A Palazzo Madama, infatti, il premier può contare solo su otto voti di margine. Un vantaggio che lo rende sempre più debole, anche se i cambi di casacca in parlamento sono all'ordine del giorno. I senatori di Popolari per l’Italia sulla carta sono tre: Mario Mauro, Angela D’Onghia, Tito Di Maggio. L'ultimo, secondo alcuni ben informati di Gal, avrebbe invece intenzione di aderire al nuovo gruppo dei fittiani che si sta formando a Palazzo Madama.

Angela D’Onghia, sottosegretario all’Istruzione, ha già annunciato però che non lascerà il suo incarico, in dissenso col leader Mauro. Come lei anche il sottosegretario alla Difesa, Domenico Rossi. "Prendiamo atto della decisione di Pi di uscire dalla maggioranza ma, come già annunciato al presidente Mario Mauro, non concordiamo con questa linea d’azione", scrivono i due, "Riteniamo che l’attuale maggioranza stia portando avanti un percorso essenziale per la rinascita di questo Paese e che qualsiasi partito della maggioranza possa concorrere in termini di dialettica e contributi. Per questo occorre però farne parte e non porsi su più facili posizioni di opposizione.

Per queste motivazioni abbiamo già presentato le nostre dimissioni dal Partito dei Popolari per l’Italia e rimarremo al momento all’interno dei gruppi parlamentari di rispettiva appartenenza (Gruppo Grandi Autonomie e Libertà e Gruppo per l’Italia-Centro Democratico) per continuare a lavorare come sempre nell’interesse comune e generale dell’Italia scevri da pregiudizi e congetture politiche che non ci appartengono".

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