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Renzi ricatta Alfano

Il premier minaccia il ministro: se non voti Mattarella ti devi dimettere Lui obbedisce, Ncd si adegua. Pd sicuro dei numeri, ma si scaldano i franchi tiratori

Renzi ricatta Alfano

Alfano ha visto il vero volto di Renzi e ha chinato il capo. Al capo del Governo, che non è sorrisi, non è pacche sulle spalle, non è un alleato, non è l'amico, il coetaneo, il quarantenne. Non è neppure il rottamatore boy scout. Quella è la maschera che Matteo porta in giro. Sotto c'è un dittatore cinico e spietato che sulla questione Mattarella ha fatto capire chiaramente cosa pensa degli amici del Nuovo Centrodestra: stanno lì fino a quando servono in cambio di una manciata di poltrone. Se provano solo ad alzare la testa, lui li schiaccia con un semplice gesto della mano. Prima con il sorriso, dicendo state sereni, poi a muso duro. Ed è quello che è accaduto ieri, ma che già si era intravisto chiaramente sul jobs act, sulla legge elettorale o sulla riforma delle banche popolari. Non è alleanza, ma sottomissione. Oltretutto il premier ormai non fa nulla per nascondere anche un certo disprezzo: o voti Mattarella o ti dimetti. Con il retropensiero comunicato al proprio staff: tanto dove vanno questi, sono buoni solo a occupare poltrone.

Angelino alla fine ha dovuto accettare il ricatto, ma ora sa perfettamente con chi ha a che fare. La consapevolezza spesso è una buona arma per il futuro. È il punto da cui ripartire. La situazione è chiara. La maggioranza di governo non nasce da una scelta responsabile tra forze politiche che si rispettano. Non c'è un partito della nazione. C'è solo Renzi. Questa è la maggioranza di Renzi. È cosa sua. Gli altri non fanno neppure numero. Stanno lì per grazia ricevuta. Alfano adesso sa che Renzi non è Berlusconi. Renzi è spietato. Non vuole essere amato, preferisce essere temuto. Non ci resta male per un tradimento, prepara semplicemente la vendetta.

Il disprezzo di Matteo viene da lontano. In tempi non sospetti disse che non avrebbe mai governato con gente come Alfano e Giovanardi, salvo poi usarli al momento opportuno, fingendo di rimangiarsi tutto. Tanto alla fine ha fatto sempre quello che voleva lui. Ha scelto Mattarella senza tener minimamente conto del parere del suo alleato di governo. Ha imposto il suo candidato senza preoccuparsi delle conseguenze. La risposta di orgoglio sarebbe stata far cadere il governo, rinunciare alle poltrone e attraversare il deserto, andando alle elezioni con il Consultellum, magari perdendo, ma togliendo a Renzi la sicurezza di poter trattare tutti come servitori.

Quello che non si aspetta è che qualcuno gli getti in faccia i guanti bianchi da maggiordomo.

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