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Renzi rinvia al 2019 il pareggio di bilancio e apre alla flessibilità sulle pensioni Ma è già polemica sulla reversibilità

Antonio Signorini

Roma C'è uno slittamento del pareggio di bilancio al 2019. Ma anche un intero paragrafo dedicato alla riforma del conflitto di interessi. Il Def nella versione definitiva, comparsa ieri sera sul sito del ministero dell'Economia, prevede un rinvio del pareggio di bilancio al 2019. Il saldo strutturale migliorerà dal -1,2% del 2016 al -1,1% del Pil nel 2017 e quindi al -0,8% nel 2018, fino al -0,2% nel 2019. Solo tra tre anni quindi il governo raggiungerà l'obiettivo di «medio termine» previsto dagli accordi europei. Previsione che non potrò che complicare la trattativa con Bruxelles sulla flessibilità.

Tra le novità, c'è un accenno alla riforma delle pensioni in direzione di una maggiore flessibilità. Da valutare la «fattibilità di interventi che comunque dovranno salvaguardare «la sostenibilità finanziaria e il corretto equilibrio nei rapporti tra generazioni, peraltro già garantiti dagli interventi di riforma che si sono susseguiti dal 1995 ad oggi». Formulazione ultraprudente che fa pensare a una riforma basata su «scelte individuali», quindi simile all'opzione donna. Non una modifica dei requisiti.

Ieri il presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano (Pd) ha lanciato l'allarme. Nel documento c'è anche un accenno alla possibilità che vengano toccate le pensioni di reversibilità. Il parlamento lo cancellerà, ha assicurato. Gli spazi sono pochi. Il governo deve tagliare uscite per 8,2 miliardi nel 2017. Confermato l'accenno alle tax expenditures, cioè alle agevolazioni fiscali che il governo si propone di rimodulare ogni anno, come previsto dalla normativa. Unica novità, a occuparsene sarà una commissione composta da quindici esperti. Una duplicazione del lavoro già fatto in passato dagli altri governi. Sembra non casuale la comparsa nel cronoprogramma del Piano nazionale delle riforme (il Pdr che accompagna sempre il Def) di un accenno al varo della riforma del conflitto di interesse, che dovrà avvenire entro quest'anno.

Un modo per rispondere a chi in questi giorni ha accusato il governo di essere succube delle lobby.

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