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Renzi scarica Alfano alle Politiche. Ncd nel panico va a caccia di alleati

Un nuovo movimento di centro, autonomo da Pd, per unire laici e cattolici moderati: è il disegno di Alfano

Renzi scarica Alfano alle Politiche. Ncd nel panico va a caccia di alleati

Roma - Un nuovo movimento politico di centro, che riunisca l'ala laica e quella cattolica dei moderati, e che sia autonomo dal Pd. È questo il disegno tracciato mercoledì sera da Angelino Alfano durante la direzione di Area popolare. La conferma, secondo molti osservatori, che alla fine il leader di Ncd non è riuscito a convincere Matteo Renzi a dargli ospitalità nelle sue liste alle prossime elezioni politiche. Uno scenario su cui il ministro dell'Interno aveva puntato sin dall'inizio, forte anche del suo ruolo chiave nella squadra di governo. Ma di acqua sotto i ponti in questi due anni ne è passata fin troppa e oggi Renzi - già nel mirino della minoranza dem per il suo rapporto privilegiato con l'Ala di Denis Verdini - non può certo permettersi di farsi carico anche dei problemi di Alfano. Che, in vista delle prossime politiche, inizia seriamente a temere per la sua riconferma in Parlamento - tanto che come exit strategy sta seriamente valutando di candidarsi a presidente della regione Sicilia - e avrebbe voluto una mano dal premier. Renzi, invece, avrebbe lasciato uno spiraglio solo per una candidatura dell'attuale ministro della Salute Beatrice Lorenzin, secondo il leader del Pd un nome decisamente più «spendibile» rispetto all'elettorato dem. Porte chiuse, invece, per il titolare del Viminale che dovrà andare per la sua strada.

Di qui la decisione di dar vita ad un nuovo soggetto, con una tempistica che potrebbe coincidere con la costituzione dei comitati del Sì di Ap per il referendum d'ottobre e che, riferisce chi è stato alla riunione, potrebbe abbracciare le diverse formazioni centriste in campo più i socialisti di Riccardo Nencini. E, chissà, magari anche Ala di Verdini. Oggi, in Italia e Ue, «ci sono tre grandi motori di consenso: quello della paura, quello della rabbia e quello della speranza», ha spiegato Alfano. Che ha identificato il primo motore con il M5S e il secondo con la Lega e Fdi, spiegando che Ap è invece «dalla parte della speranza». «Questo è un Paese che ce la può fare, è un Paese che è stato bloccato sulle riforme per 35 anni e oggi finalmente le ha varate», ha spiegato Alfano al cui intervento sono seguiti quelli degli esponenti più filogovernativi, da Fabrizio Cicchitto a Sergio Pizzolante. Tra i più soddisfatti c'è Simona Vicari, sottosegretario alle Infrastrutture, già berlusconiana di ferro.

«L'avvio di un processo semplificativo del quadro politico attuale - dice - è la naturale conseguenza del lavoro portato avanti, con grande impegno, in questi due anni».

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