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Renzi sfida i pm di Consip col figlio dell'indagato suicida

Al Lingotto porta Tommaso Nugnes: il padre si impiccò per una prima inchiesta su Romeo. Tasse, stop al premier

Renzi sfida i pm di Consip col figlio dell'indagato suicida

Matteo Renzi riparte dal Lingotto di Torino, con al proprio fianco quasi tutto il governo.

La kermesse che deve lanciare la corsa per la riconquista del partito si apre oggi, nello stesso luogo in cui dieci anni fa nacque il Pd di Walter Veltroni. Scelta ovviamente non casuale, alla quale il leader Pd arriva rinfrancato da sondaggi che lo danno nettamente in testa alle primarie, con oltre il 64%, e accompagnato dall'annuncio che Obama, a maggio in Italia per un'iniziativa della fondazione Kennedy, ha chiesto di incontrarlo. A Torino ci sarà anche il premier Paolo Gentiloni e con lui gran parte dei ministri, con l'esclusione di Andrea Orlando e di chi, come Anna Finocchiaro, si è schierata con lui al congresso. Ma ci saranno molti altri ospiti, e uno la cui presenza a Torino assume un significato particolare: si tratta di Tommaso Nugnes, figlio di quel Giorgio Nugnes, assessore della giunta Iervolino a Napoli, che nel 2008 si suicidò dopo essere stato investito dall'inchiesta della procura partenopea su Alfredo Romeo: lo stesso imprenditore oggi nel mirino dell'inchiesta Consip.

L'inchiesta, com'è noto, finì nel nulla, ma nel frattempo l'assessore sbattuto come un mostro in prima pagina si era tolto la vita. Non una parola di scuse arrivò da chi lo aveva perseguito. Tra loro c'era anche quel De Magistris poi diventato sindaco di Napoli anche grazie alla popolarità guadagnata con inchiestone da prima pagina finite spesso con caterve di archiviazioni ed assoluzioni. Un po' sul modello Woodcock, che oggi è il promotore principale della fumosa inchiesta Consip. «Romeo dieci anni fa si è fatto due mesi di carcere, e poi gli hanno detto che era innocente. Ma l'assessore Nugnes si è suicidato», ha ricordato mercoledì sera Renzi a Porta a Porta. E la presenza al Lingotto di una delle tante vittime delle inchieste napoletane farà scalpore. «Ne sono molto felice», si limita a dire Renzi.

La presenza massiccia del governo a Torino serve anche a sottolineare come tra attuale a passato inquilino di Palazzo Chigi non ci siano tensioni. Da settimane ormai Renzi ha abbandonato l'idea di elezioni anticipate (pur continuando a dirsi personalmente convinto che converrebbero al Pd, per evitare che sia il centrodestra di Berlusconi che gli scissionisti di D'Alema si riorganizzino) e va ripetendo ad ogni occasione che il gabinetto Gentiloni deve andare avanti fino al termine della legislatura. Ma Renzi non rinuncia a sfidare il governo sulle scelte di politica economica, e sui rapporti con l'Unione Europea. E nelle ultime ore ha «messo un paletto chiaro» su un tema di particolare importanza: va bene mettere risorse sulla riduzione del cuneo fiscale (sui cui effetti Renzi non nasconde di avere molti dubbi, visto che «lo fece pure Prodi e non ha portato risultati»). Purché questo non diventi «l'alibi» per aumentare la pressione fiscale alzando di un punto l'Iva, com'è nei piani del ministero dell'Economia. Per tre anni, a Palazzo Chigi, Renzi si è ogni volta opposto all'aumento delle accise (l'ultimo risale infatti al governo Letta). Se la proposta del governo sarà quella di aumentare l'Iva e usare 3 miliardi per venire incontro alle richieste di correzione dei conti della Ue e 1,5 per il cuneo fiscale come premio di consolazione, il Pd renziano avverte che «se ne discuterà». E sarà dunque interessante sentire cosa Gentiloni e Padoan - se interverranno a Torino - verranno a dire su questi temi.

Sarà lo stesso Renzi ad aprire la tre giorni del Lingotto, con un intervento che ruoterà soprattutto attorno al tema dei rapporti con l'Europa.

Mentre una delle star della kermesse sarà la leader radicale Emma Bonino, che lancerà una sfida al governo (e in particolare al ministro Marco Minniti) sull'immigrazione.

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