Politica

Renzi si prende la Rai: «Anche per decreto» Poi minimizza sull'Isis

Alla presentazione della riforma dell'istruzione: «Da sola non basta serve una nuova rete pubblica». Sui terroristi: «No alle esagerazioni»

«La riforma della scuola da sola non basta è solo l'inizio del percorso: senza la riforma della Rai come straordinario motore identitario del paese noi non siamo nelle condizioni di fare alcun investimento sull'aspetto educativo».

Ecco la visione di Matteo Renzi: un progetto di ristrutturazione del sistema educativo e della comunicazione per costruire l'identità di un nuovo italiano. Nella kermesse del Pd dedicata alla Buona Scuola il premier promette di cancellare il precariato, abbattere la dispersione scolastica con nuovi percorsi formativi, arricchire le conoscenze dei ragazzi sul fronte della musica e dell'arte. Ma nel suo racconto affabulatorio ricco di promesse che dovranno poi reggere l'impatto con la realtà si delinea un piano concretissimo che è quello di sopire attraverso la conquista del consenso qualsiasi contraddittorio. Nello stesso modo in cui viene messa a tacere la contestazione di un gruppetto di insegnanti precari e di studenti che non condividono l'entusiasmo della folla plaudente, liquidati come «quelli che hanno bloccato l'Italia per 20 anni e che vogliono che resti sempre la stessa e così ci uccidono». La sostanza, afferma lo stesso Renzi, è che «si ascolta tutti» ma poi si decide e a decidere è lui e anche in modo veloce. Per la scuola si ricorre ad un decreto che potrebbe essere scelto come strumento anche per la riforma Rai sulla quale si comincerà a lavorare a marzo. Sull'uso della decretazione d'urgenza anche quando non ci sono ragioni obiettive per privilegiarla la polemica è già stata sollevata in diverse occasioni. Ma le critiche non fermano il premier. Non quelle del presidente della Camera, Laura Boldrini, sul Jobs Act liquidate da Renzi, intervistato durante In mezz'Ora da Lucia Annunziata, come «un problema suo non nostro» visto che dovrebbe «essere l'arbitro dei giochi parlamentari».

Sulla politica estera Renzi spera di riuscire a riportare la Russia al tavolo della comunità internazionale anche se per compiere questo passo «è necessario che Putin esca dall'Ucraina». Una stoccata anche per l'ex premier Romano Prodi. «Ho chiesto a Ban Ki-moon che l'inviato Onu potesse essere un italiano - dice Renzi - Ma la linea dell'Onu è quella di non mandare cittadini di Paesi ex colonizzatori. Il nome Prodi era solo un'ipotesi sui giornali». Il premier comunque ritiene che in Libia «in questo momento l'Isis non è così forte come vuol far credere» e dunque dice «no alle esagerazioni perché non siamo sotto attacco». Renzi si dice convinto che i terroristi non arrivino «con le zattere degli immigrati» perché sono già cittadini europei.

Il premier ha confermato che saranno due i provvedimenti per la scuola nel prossimo Consiglio dei ministri: un decreto ed una legge delega. Nel decreto arriverà la definizione delle assunzioni che non cancelleranno il precariato nonostante il concetto sia stato più volte ribadito anche ieri. Le graduatorie ad esaurimento saranno man mano svuotate a seconda del fabbisogno delle scuole quindi la situazione cambierà a livello locale. Alla fine gli aventi diritto non saranno i 148.000 annunciati ma 20/30.000 di meno. Il governo ha già fatto marcia indietro sul blocco totale degli scatti di anzianità per gli insegnanti optando per un sistema «misto» tra scatti automatici e aumenti di merito, delineando una serie di carriere per docenti che passano attraverso figure specialistiche come quelle del mentor o del tutor.

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