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Renzi: "Si voti a scadenza della legislatura"

Il segretario del Pd, Matteo Renzi, parla nel salotto de "L'Arena" (Rai Uno): "Bisogna usare questi mesi per parlare di cose concrete"

Renzi: "Si voti a scadenza della legislatura"

Secondo il segretario del Pd, Matteo Renzi, la scelta migliore è andare a votare a fine legislatura, quindi nel 2018. Lo ha detto nel salotto de "L'Arena" (Rai Uno): "Secondo me conviene che si vada a votare alla scadenza naturale della legislatura". Ed ha poi aggiunto che "bisogna usare questi mesi per parlare di cose concrete e dando una mano al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, e non fargli la guerra".

Della futura legge elettorale "il principio deve essere: che il cittadino scelga liberamente e che dia governabilità". E ribadisce che non gli piace il "proporzionale puro". L'ex premier ricorda che il Pd "da solo non ha la maggioranza" ma che ora si aspetta che si facciano avanti "tutti quei partiti che erano per il No al referendum dicendo che una nuova legge si poteva fare in sei mesi: ecco, ci hanno preso in giro, perché in sei mesi non si è fatto nulla".

Renzi affronta anche un tema caldo di questi ultimi giorni, la querelle Boschi-De Bortoli scoppiata a proposito della vicenda Banca Etruria. "Dal mio governo non ci sono stati favoritismi. Noi quei cda li abbiamo commissariati. Facciamola la commissione d'inchiesta, non fondiamoci su pettegolezzi. Non abbiate paura della verità" ha aggiunto l'ex premier, che ha anche detto che Ferruccio de Bortoli ha fatto una "bellissima operazione di marketing" per il suo libro.

Sul delicato tema dei vitalizi, Renzi non ha dubbi: "Giustamente sta a cuore". Ma osserva che "è fondamentale che i Cinque stelle votino la proposta di Richetti, che è seria". "Le regole valgano per tutti, anche per chi fa politica - aggiunge il segretario del Pd -. Dopodiché io non ho vitalizio perché la nuova generazione ha già regole diverse".

Capitolo rifiuti. "Ho visto che in questa settimana l'amministrazione comunale ha lavorato bene... è servito". Renzi usa l'ironia nel giorno della manifestazione del Pd per la pulizia di Roma. "È importante chiedere aiuto ai cittadini e penso che a Roma questa cosa serva - aggiunge - ed è assurdo arrabbiarsi con i cittadini se mettono in ordine la città".

"Ho detto che se perdevo, lasciavo. Me ne sono andato - dice Renzi riferendosi all'esperienza da premier, terminata dopo l'esito negativo (per il suo governo) del referendum del 4 dicembre sulle riforme -. Sono tornato un privato cittadino. Firmavo le leggi, ora firmo le giustificazioni come papà". Renzi prova a spiegare la dimensione e i valori "della quotidianità" e di ritrovare "le parole d'ordine" legate ai problemi concreti delle persone e dei giovani, come il lavoro, la casa. Poi però ha voluto togliersi un sassolino dalle scarpe: "Io con le riforme volevo cancellare 300 persone. Son rimaste tutte le poltrone del mondo, l'unica saltata è la mia...".

Anche se in realtà non se n'è mai andato davvero.

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