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Renzi snobba l'Aula e minimizza lo schiaffo: "Americani corretti"

Il premier conferma: informato solo mercoledì della morte di Lo Porto. E in tv finge che sia tutto ok. A raccontare bugie alla Camera (vuota) manda Gentiloni

Renzi snobba l'Aula e minimizza lo schiaffo: "Americani corretti"

I n fondo è un circolo vizioso. Poca platea, poca copertura televisiva, orario improbo da travèt . E poi le facce, sempre le stesse, sempre meno influenti (anche per merito suo, diciamo). Matteo Renzi snobba l'informativa urgente del governo sull' affaire Lo Porto, dribbla le domande cui dovrebbe dare risposta, preferisce il gentile precotto della Gruber in tv a Otto e mezzo e delega al fido ministro Gentiloni la sterile pratica parlamentare. Un'inutile informativa che la senatrice forzista Bernini definirà «imbarazzante copia e incolla delle dichiarazioni di Obama #vuotopneumatico ».

Nel frattempo, però, è il New York Times a rivelare la versione più attendibile dell'incredibile pasticcio: «Informato la scorsa settimana dalla Cia, il presidente ha chiesto che l'episodio venisse declassificato ma non ha detto niente a Renzi durante la sua visita a Washington. Quando tutti i preparativi erano stati fatti Obama ha chiamato Renzi mercoledì per informarlo. E ha chiamato anche la moglie di Weinstein. Chi è vicino a Obama lo ha definito come uno dei momenti più dolorosi della sua presidenza. Come quando le paure peggiori si materializzano».

Cionostante, fedele alla falsa moneta amicale del caro Barack , per il Renzi televisivo «il modo con il quale gli americani hanno gestito questa vicenda è stato corretto». Superficiale, quasi sprezzante, il premier liquida l'accaduto con leggerezza: «La Cia ha commesso un tragico errore, ho apprezzato che Obama non abbia fatto giri di parole e si sia assunto la responsabilità. Faremo di tutto per recuperare il corpo di Lo Porto, anche se è difficile. Capisco il dolore della famiglia, non capisco la polemica. Come si può definire ostaggio di serie B, quando per anni la Farnesina ha fatto di tutto? Se poi c'è chi vuol fare polemica sugli orari...».

Ma naturalmente non sono gli orari a inquietare, infantile scappatoia di chi capisce di non contare un tubo, del burattino che scopre i fili, quanto piuttosto quel che il capogruppo azzurro Brunetta più tardi dirà con dolore e furia, dell'Italia «trattata come l'ultima ruota del carro, Renzi si chieda perché. Che non sia stato informato è ancora più grave».

Il premier burlato dal caro Barack manda così alla berlina il povero Gentiloni alle dieci del mattino per una versione monocorde che sembra, in un'aula di Montecitorio deserta, a sua volta una presa in giro. Poche decine i deputati, ricostruzione imbarazzante. Il governo «prende atto» di quel che gli States hanno compiuto e deciso, comunicazione della notizia compresa, dopo tre mesi dovuti alla difficoltà di accesso all'area colpita dal raid. La Farnesina, sostiene il ministro, «sin dal primo momento» del rapimento di Lo Porto «aveva esercitato la massima pressione diplomatica sulle autorità del Pakistan», con una task force a Islamabad «alla quale partecipavano regolarmente funzionari dell'ambasciata italiana». Ma se da un lato «avevamo le ultime prove di Lo Porto vivo nello scorso autunno», «seguivamo la vicenda con la più alta attenzione avendo attivato ogni canale per avere certezze sulle condizioni dell'ostaggio», ed eravamo in pratica a un passo dalla sua liberazione «grazie agli stretti contatti dei nostri 007 con gli altri servizi segreti», Cia compresa, dall'altro, però, «il governo Usa ha confermato che non vi erano informazioni in base alle quali si potesse prevedere che nel compound (colpito dal raid, ndr ) ci fossero ostaggi occidentali». Palesi contraddizioni di una vicenda (sulla quale la Procura di Roma ha aperto un'inchiesta), che faranno sbottare Brunetta: «Il ministro vanta la perfetta collaborazione tra Cia e i nostri 007. Chissà che cosa sarebbe accaduto se fosse stata imperfetta...

».

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