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Renzi sta con Minniti: bene lo stop agli sbarchi Ma il Pd rimane diviso

Il leader è già in campagna elettorale e prova a compattare il partito sulla linea del ministro

Renzi sta con Minniti: bene lo stop agli sbarchi Ma il Pd rimane diviso

Meglio non essere troppo di sinistra sotto elezioni. E meglio fare finta che nel partito ci sia unità sulla linea pro ordine alla Minniti. Un Matteo Renzi in piena campagna elettorale, in equilibrio tra le varia anime del suo partito e della sinistra in generale, quello andato in scena ieri alla Festa dell'Unità a Bologna e Reggio Emilia. «Oggi abbiamo cominciato a bloccare gli sbarchi, non c'è divisione dentro il Pd: è ovvio che ci sono opinioni diverse, ma sulla sostanza non ci sono divisioni», ha assicurato presentando il libro. C'è «un limite massimo di persone che puoi accogliere, è impensabile che tu possa accogliere tutti. Ma quelli che ci sono vanno portati a vivere la comunità».

Normale avere sensibilità diverse su queste temi. «In un partito che vuole prendere più del 30% di voti ci sono opinioni diverse, ma sulla sostanza non c'è un'opinione diversa».

La sostanza è «aiutarli davvero a casa loro, nei Paesi di origine. Si può fare, con la cooperazione internazionale, con investimenti sui luoghi d'origine». Peccato che proprio questa sia una parola d'ordine divisiva per la sinistra. E lo riconosce lo stesso segretario del Pd. «Io ho detto aiutiamoli a casa loro, non l'avessi mai detto, è venuta giù mezza rivoluzione».

Ma l'immigrazione, in fondo, «c'è sempre stata. Oggi riguarda in modo drammatico i Paesi del Mediterraneo, ma vent'anni fa riguardava gli albanesi e cent'anni fa riguardava gli italiani che se ne andavano». Un problema per affrontare il quale «serve buon senso, ragionevolezza, e capacità di pensarla sul medio periodo».

Il primo vero intervento di Renzi dopo la pausa estiva, insomma, è il tentativo di tenere insieme tutte le anime e le posizioni che albergano nel centrosinistra, in particolare sui temi più di attualità come l'immigrazione.

Ma l'emergenza per Renzi è tutta politica ed elettorale. «Il Pd non può permettersi di continuare a litigare. Quando si entra in campagna elettorale occorre parlare dei problemi degli italiani», non perdersi in discussioni...

Ma le discussioni non si fanno attendere, infatti. Oltre alle critiche di Massimo D'Alema all'ex fedelissimo Marco Minniti, ci sono malumori anche nel Pd contro la linea pro ordine (sgomberi a parte) del ministro dell'interno. Rosaria Capacchione giornalista sotto scorta, senatrice del Pd ha accusato Minniti di avere copiato Berlusconi sugli sbarchi.

Rispetto al Renzi prima maniera, quello due punto zero delle feste in Emilia è cosciente degli errori del passato. Sugli 80 euro al mese per le persone con un reddito vicino alla soglia povertà «ho sbagliato» perché «l'ho venduta come se fosse una conferenza stampa alla Vanna Marchi. Ero talmente contento che avevamo tirato fuori i soldi per il ceto medio, per chi non ce la faceva. Dieci milioni di italiani avranno 1.000 euro all'anno netti». Ma «è diventata una sorta di televendita: i primi 99 che telefonano, vincono un materasso e la gita a San Marino».

Ammissione rara e toni inediti? Non tanto. Un classico del vecchio Pci era proprio dire che il partito aveva avuto ragione, ma aveva sbagliato a comunicare la sua posizione. Un po' come dire, sono gli altri che non hanno capito.

Peccato che la prossima campagna elettorale per Renzi sarà più difficile di quella per le Europee. Finito l'effetto novità, il segretario Pd deve scontare e spiegare tante scelte fatte da premier. Un assaggio è stata la contestazione della signora che si è vista azzerare i risparmi dall'applicazione parziale del bail in decisa un anno fa. Tra gli argomenti non trattati, la Sicilia. «Non è nel libro», dice rispondendo a un sms arrivato mentre parlava dal palco.

Diventerà un altro problema di comunicazione.

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