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Renzi allo stabilimento Alcatel. Contestazioni della Fiom

Un presidio di lavoratori ha lanciato uova contro le auto dello staff del premier. Renzi: "Basta coi gufi, è l'ora del calabrone". E sull'evasione fiscale: "Non si vince con i controlli a sorpresa"

Renzi allo stabilimento Alcatel. Contestazioni della Fiom

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi è arrivato a Vimercate per chiudere la quattro giorni dedicata alla presentazione del nuovo stabilimento di Alcatel-Lucent all’Energy Park di Vimercate. Una visita dalle due facce, quella del premier, perché se da un lato sarà testimone della volontà di rilancio del gruppo, con un investimento di 60 milioni di euro per la nuova sede di 33mila metri quadri, dall’altro si troverà davanti ai 600 tagli che la multinazionale francese ha operato attuando il nuovo piano industriale. I sindacati locali, che ieri sera hanno inoltrato una lettera all’attenzione del premier, hanno chiesto un incontro in occasione della visita di Renzi in Alcatel. Ad attendere il premier un presidio di circa un centinaio di lavoratori del gruppo Alcatel Lucent promosso dalla Fiom Cgil e dalla Fim Cisl di Monza e Brianza. Ci sono state alcune contestazioni e anche un lancio di uova. Il premier è entrato da un ingresso secondario.

"Siamo pieni di gente che dice non ce la farete mai, direte, ricomincia con la storia dei gufi? No, con la storia del calabrone, che non dovrebbe stare in piedi ma invece vola e punge anche, e fa male". Così Matteo Renzi parlando di ricerca e innovazione e della visita nei laboratori dell’azienda dove le parole d’ordine sono "velocità, fiducia, semplicità accountability".

Il capo del governo poi è tornato sulla polemica con il presidente della Commissione Europea, Jean Claude Juncker: "Non ho mai detto che la Commissione europea è un covo di burocrati, se non vuole esserlo lo dimostri liberando risorse per l’innovazione dal computo del patto di stabilità, consenta di investire, abbia il coraggio di dire che tutto ciò che viene investito per creare skills professionalmente rilevanti e prodotti tecnologici di altissimo livello, venga tolto dalle catene del patto di stabilità". E sui dati Ocse di oggi: "Sono molto tristi da un lato e incoraggianti dall’altro, perché dimostrano che se l’Eurozona cambia può tornare a crescere l’economia mondiale. Ma come cambiare se non si investe su ricerca, alta qualità? Ecco perché combattiamo battaglia in Europa, non ho nessuna voglia di polemiche con i vertici europei".

Al termine della sua visita, il presidente del Consiglio ha incontrato i rappresentanti sindacali della Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil di Monza e Brianza e della rsu dell’Alcatel. L’incontro, secondo i sindacati, "si è svolto in un clima cordiale incentrato soprattutto sul mantenimento della produttività in Italia".

Intervenendo poi all'assemblea Anci, il premier ha poi dichiarato: "Chi ha responsabilità se le deve giocare: io non mi tiro indietro. Vi dico solo che da sindaco ho imparato dai miei concittadini ad andare nei posti, sempre, anche a costo di contestazioni e se mi tirano le uova, io sono bravo a fare le crepes". Poi il premier ha parlato di evasione fiscale, spiegando che "nessuno di noi pensa che l'evasione si possa vincere con i controlli a sorpresa, con lo Stato come vessatore che chiede la carta d'identità a chi esce dai negozi". E ha bacchettato i tecnici del passato: "L’Italia è stata funestata dall’atteggiamento remissivo, rinunciatario e

538em;">miope di una generazione di politici e tecnici che hanno indicato come massimo limite "non faremo la fine del Paese in crisi" e si sono limitati a cercare di lenire qualche ferita, ricucire qualche strappo".

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