Elezioni Politiche 2018

Retrocesso il senatore No Tav fan della rivolta in Val di Susa

Scibona relegato in coda. Per gli accordi sulla Torino-Lione disse: "Qua ci scappa il morto"

Scibona in visita al cantiere Tav
Scibona in visita al cantiere Tav

Torino - Brutto scivolone per il senatore del Movimento 5 Stelle, il torinese Marco Scibona che nelle liste presentate da Luigi Di Maio, nella Circoscrizione Piemonte 1, si è ritrovato in ultima posizione. Un misero quarto posto con possibilità di essere nuovamente eletto prossime allo zero. Così, se essere un No Tav convinto e sostenere la rivolta in Val di Susa per impedire al cantiere dell'alta velocità Torino-Lione di procedere nei lavori, era stata una delle principali doti che hanno portato il grillino piemontese a occupare una poltrona da senatore, nella nuova filosofia pentastellata, questa opposizione sembra non contare più molto.

Nato in Svizzera 51 anni fa ma trasferitosi giovanissimo a Bussoleno, nel torinese, diplomato al liceo scientifico, per oltre vent'anni Scibona è stato impiegato in un'azienda di progettazione di impianti ferroviari, per poi diventare, per uno strano scherzo del destino, tra i maggiori oppositori della linea ferroviaria dell'alta velocità. Tanto che nel 2013, al suo primo giorno da senatore, aveva esordito a Palazzo Madama con una cravatta No Tav.

Scalpore avevano fatto le sue parole quando, nel novembre del 2016 aveva detto: «Se gli accordi internazionali sulla Torino Lione saranno definitivi, chiederei la calendarizzazione urgentissima dell'identificativo divise. Perché questa volta mi sa che ci scappa il morto». Nel 2014, invece, si era lamentato che per entrare nell'aula del tribunale come teste nel maxi processo contro i No Tav, pur esibendo il tesserino di parlamentare, all'ingresso dell'aula bunker era stato fermato e perquisito. «È stata violata la Costituzione», aveva tuonato il suo avvocato.

Nel curriculum Scibona scrive: «Ho realizzato numerosi documentari sociali e politici, uno di questi è stato: No Tav, Indiani di Valle, grazie a cui ho capito i motivi della lotta No Tav e il valore democratico che essa rappresenta. Da allora testimonio le loro ragioni. Nel 2010 ho incontrato il M5s e ho seguito il consiglio di Grillo: ho messo gratuitamente a disposizione del gruppo le mie capacità professionali, realizzando numerosi video d'informazione e propaganda». Evidentemente queste capacità non bastano più, se il M5s lo ha fatto scivolare in quarta posizione, mentre in seconda ha messo un altro No Tav, Alberto Airola.

Nella cabina elettorale piemontese è previsto uno scontro ad alta velocità.

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