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Renzi in missione da Putin chiede aiuto sul dossier Libia

Il premier tenta di coinvolgere la Russia nella stabilizzazione dell'ex regno di Gheddafi. Ma resta il nodo delle sanzioni sull'Ucraina

Renzi in missione da Putin chiede aiuto sul dossier Libia

Altro che Mare nostrum, l'abortita missione buonista e salva clandestini della nostra Marina. I russi si stanno espandendo con la loro flotta nel Mediterraneo «conquistando» porti a Cipro e mettendo in piedi manovre navali anti terrorismo con l'Egitto, che già interviene in Libia contro le bandiere nere del Califfato.

Lo sa bene il premier Matteo Renzi, che questa mattina al Cremlino chiederà alla Russia una mano per la Libia. A cominciare dal voto in Consiglio di sicurezza dell'Onu per un intervento più incisivo che potrebbe prevedere la fornitura di armi al governo di Tobruk riconosciuto dalla comunità internazionale, un blocco navale o azioni mirate anti Isis e trafficanti di uomini. Vladimir Putin ci aiuterà a stabilizzare l'ex regno di Gheddafi salvandoci da mezzo milione di migranti previsti per il 2015? Il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, sembra quasi preannunciarlo in un'intervista all' Agi . Mosca «comprende le particolari preoccupazioni dell'Italia per la situazione nel Mediterraneo meridionale e in particolare in Libia» dichiara alla vigilia dell'arrivo di Renzi al Cremlino. E aggiunge che la Russia «terrà conto dei legittimi interessi italiani nell'esame, al Consiglio di sicurezza dell'Onu, di misure pratiche per la lotta contro il terrorismo e per la stabilizzazione della situazione nella regione del Medio Oriente e del Nord Africa».

Tutto perfetto, ma se vogliamo l'aiuto russo è un po' dura andarlo a chiedere con il dito sul grilletto delle sanzioni per l'Ucraina, che colpiscono Mosca e danneggiano l'economia del nostro paese.

Prima di partire per la tappa a Kiev, Renzi si è collegato in video conferenza con i leader europei ed il presidente americano Barack Obama ribadendo che se la tregua in Ucraina non reggesse piomberanno nuove sanzioni sulla Russia. Ed i nostri Eurofighter pattugliano i cieli dei paesi baltici contro i caccia di Mosca.

Renzi dovrà esibirsi in qualche piroetta diplomatica per convincere Putin ad aiutarci sulla Libia, mentre lo bastoniamo per l'Ucraina.

La flotta russa certo non attende le contorsioni occidentali e avanza nel Mediterraneo al di fuori della storica base navale sovietica di Tartus in Siria. Il 26 febbraio lo stesso presidente Putin, in visita a Cipro, ha battezzato l'accordo per l'utilizzo dei porti dell'isola da parte delle navi da guerra russe. Oggi, oltre a Renzi, è a Mosca il ministro della Difesa egiziano, Sedki Sobhi per mettere a punto con il suo omologo russo Sergey Shoigu un patto di cooperazione militare. La flotta russa potrebbe ottenere una nuova base in Egitto e Shoigu ha annunciato grandi manovre navali congiunte antiterrorismo nel Mediterraneo. La data non è stata ancora fissata, ma verranno impiegate navi da sbarco e una Forza di reazione rapida. L'Egitto sta già bombardando le basi dello Stato islamico in Libia e ha condotto blitz dei corpi speciali nell'area di Derna. I russi appoggiano le operazioni con l'intelligence e anche la Francia aiuta. L'Italia, che vuole guidare la stabilizzazione della Libia, spera di metterci il cappello con la visita di Renzi a Mosca. Non è un caso che abbiamo lanciato le manovre «Mare aperto», al largo della Libia, proprio in questi giorni. Anche se i vertici della Difesa hanno paura a dirlo si tratta di un'operazione preventiva di 3-4 navi compresa quella da sbarco San Giorgio. A bordo ci sono i marines del reggimento San Marco e i Comsubin, i corpi speciali della Marina. L'obiettivo è tenersi pronti per difendere la piattaforma di Sabrata, al largo delle coste libiche, possibile obiettivo dei terroristi e snodo dell'impianto Eni di Mellita, da dove parte il gasdotto che arriva in Sicilia.

Mare aperto raccoglierà anche informazioni con droni e sottomarini sull'Isis in Libia e i trafficanti di uomini.

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