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Retweet a Rolling Stone: anche alla Rai cavalcano la crociata contro Salvini

L'ultima follia della tv pubblica (ma politicizzata). Su Twitter Rai5 aderisce all'appello dei radical chic per cacciare il leader leghista

Retweet a Rolling Stone: anche alla Rai cavalcano la crociata contro Salvini

"Noi non stiamo con Matteo Salvini". La copertina del nuovo numero della rivista Rolling Stone ha scatenato gran fermento tra i radical chic italiani in cerca di una crociata buonista da sostenere. "Da adesso chi tace è complice", è il messaggio del mensile, che ha chiesto di prendere posizione a musicisti, attori, scrittori, figure legate al mondo dello spettacolo. E tra i tanti progressisti malati di "appellite" ha strappato anche un retweet,con tanto di cuoricino, da Rai5. Ad accorgersene è stato Dagospia prima che la condivisione venisse cancellata. Resta il fatto che per l'ennesima volta la tivù pubblica (ma sempre più politicizzata) mette il cappello su una crociata contro un esponente di centrodestra.

Il ministro dell'Interno risponde con un'alzata di spalle: "Appelli radical chic". Nel giro di pochi giorni, infatti, l'iniziativa di Rolling Stone finirà nel dimenticatoio e andrà a ingrossare la lista degli appelli lanciati dalla solita sinistra. Fa comunque discutere il retweet di Rai5, la rete "culturale" di viale Mazzini, in supporto alla crociata anti Salvini. "Chi è il social media manager che in nome del canale culturale del servizio pubblico ha messo quel like su Twitter? - si cheide Dagospia - ah, saperlo...". Il senso dell'appello lanciato ieri è stata spiegato in un lungo editoriale: "Fa male vedere, giorno dopo giorno, un'Italia sempre più cattiva, lacerata, incapace di sperare e di avere fiducia negli altri e nel futuro". E ancora: "Non vogliamo che il nostro Paese debba trovare un nemico per sentirsi forte e unito. Per questo non possiamo tacere", si legge. "I valori sui quali abbiamo costruito la civiltà, la convivenza, sono messi in discussione - è la preoccupazione di Rolling Stone - ci troviamo costretti a battaglie di retroguardia, su temi che consideravamo ormai patrimonio condiviso e indiscutibile. I sedicenti 'nuovi' sono in realtà antichi e pericolosi, cinicamente pronti a sfruttare paure ancestrali e spinte irrazionali". E, dunque, Rolling Stone invita tutti a opporsi "a chi ci porta indietro, a chi ci costringe a diventare conservatori. Not in my name, non nel mio nome, nel nostro nome".

Adesso not in my name potrebbe dirlo qualche abbonato ai vertici di viale Mazzini. Perché, sebbene il retweet sia stato cancellato dopo che Dagospia lo aveva scoperto, resta lo screenshot del sostegno del canale culturale della Rai alla crociata di Rolling Stone sottoscritta dai vari Fabio Fazio e Daria Bignardi. E così la direzione di Rai5 si affretta a esprimere "la totale estraneità" al post. "Si è trattato di una iniziativa a titolo personale dalla quale Rai5 si dissocia completamente", fanno sapere da viale Mazzini al sito diretto da Roberto D'Agostino.

"Sono strani questi attacchi ad personam, ma alcuni di questi cantanti e registi mi piacciono e continuerò a seguirli", taglia corto Salvini. Che, poi, attacca: "Gli appelli non vengono dagli operai, dagli studenti, dai pensionati e da chi vive nelle case popolari. Qualcuno di questi multimilionari, firmatari di appelli radical chic, spalancasse le porte della propria megavilla e accogliesse a sue spese chi ritiene. Io tiro dritto nel nome della sicurezza, dell'ordine, del controllo dei confini, della chiusura dei porti e all'apertura degli aeroporti per chi scappa davvero dalla guerra.

Dopodiché - conclude - se c'è qualcuno che se la vuol cantare e suonare hashtag 'canta che ti passa' e divertiamoci, perché la musica è sempre bella".

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