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Revoca e inchieste, tonfo di Atlantia

Il titolo crolla, Castellucci verso le dimissioni. Leu: «Nazionalizzare»

Revoca e inchieste, tonfo di Atlantia

Un segnale forte. Questo è quello che si aspetta il mercato dal cda straordinario di Atlantia convocato per oggi da Edizione srl, la holding dei Benetton che controlla il 30,25% del gruppo autostradale.

Una corsa contro il tempo per fermare l'emorragia del titolo in Borsa. E che potrebbe passare dalle dimissioni dell'attuale ad di Atlantia, Giovanni Castellucci. Ma non solo. All'orizzonte c'è più di una grana: la minaccia continua del governo di una revoca delle concessioni, dopo la tragedia del Ponte Morandi e, soprattutto, gli sviluppi dell'inchiesta sui report falsi sulla manutenzione di alcuni viadotti che ha portato agli arresti domiciliari tre dipendenti di aziende di proprietà di Atlantia.

Uno scandalo che sta trascinando a picco le azioni del gruppo: dopo il -8% di venerdì, ieri hanno perso il 7,8% a 20,44 euro, tornando ai livelli di agosto scorso. Dopo il crollo del Ponte Morandi il valore in Borsa del gruppo si era quasi dimezzato. Ma poi aveva recuperato. Di fronte agli ultimi sviluppi, però, il mercato ha iniziato a vendere a raffica. Ecco allora che oggi Gianni Mion, manager di fiducia che guida la holding della famiglia di Treviso dal dopo-Gilberto Benetton, potrebbe giocarsi la carta del nuovo ad, quello che molti considerano da tempo un atto dovuto dopo i 43 morti di Genova. Fomalmente, poi, sarà probabilmente lasciata a Castellucci (dal 2001 in azienda, e dal 2005 ad) l'opzione di fare un passo indietro volontario d'intesa con il presidente Fabio Cerchiai (possibile sostituto temporaneo).

Altre fonti vicine al dossier parlano poi di una mossa ancor più forte che potrebbe vedere, con l'uscita di scena dell'ad, anche l'azzeramento dei vertici delle controllate sotto inchiesta.

Una situazione esplosiva accesa ancora una volta del leader del Movimento 5Stelle, Luigi Di Maio, che sabato è tornato a ribadire «la volontà di revocare le concessioni» che «non è più un tabù» neanche per il Pd. Una posizione criticata dal presidente di Confindustria Vincenzo Boccia: «Questa vicenda non deve diventare una questione politica, deve prevalere il buon senso, la magistratura deve fare il suo corso. Dobbiamo evitare polveroni politici che non ci portano da nessuna parte», ha detto Boccia a margine di un incontro alla Luiss. «Questo non significa non affrontare la questione responsabilità, anzi va affrontata con forza ha aggiunto il numero di uno Confindustria criticando il pressing del M5s per la revoca ma sono due aspetti completamente diversi». Opposta la posizione del deputato Stefano Fassina che a M5s e Pd chiede «coraggio» sulle concessioni autostradali: «Non è soltanto Atlantia il problema. Autostrade sono un monopolio naturale, quindi la gestione va rinazionalizzata. Questo farebbe un Governo di svolta».

Intanto, sullo sfondo, le dimissioni di Castellucci potrebbero cambiare o condizionare le sorti di due dossier molto delicati: l'integrazione con Abertis e, soprattutto, l'affare Alitalia.

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