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Riforme, arriva il primo sì. Approva il Senato dei 100

Giornata infuocata in Senato. Bagarre sulle riforme. Nei banchi restano soltanto gli uomini della maggioranza. Il blog di Grillo: "È un oscuro funzionario"

Riforme, arriva il primo sì. Approva il Senato dei 100

La riforma del Senato incassa il primo sì. Passa con 194 sì, 26 voti contrari e otto astenuti l’articolo due del ddl che modifica l’articolo 57 della Costituzione e che riguarda la composizione e l’elezione di Palazzo Madama. Assenti Lega e Movimento 5 Stelle. Il nuovo Senato continuerà a chiamarsi Senato della Repubblica, avrà 100 componenti: 95 scelti dai Consigli Regionali e cinque indicati dal presidente della Repubblica. Con l’approvazione dell’articolo 2 sono preclusi tutti gli emendamenti aggiuntivi che riguardano l’elezione a suffragio universale e diretto del Senato, ha dichiarato il presidente Pietro Grasso in Aula che ha dunque applicato ancora la tecnica del "canguro" che ha permesso di far decadere 1300 emendamenti.

La giornata di oggi in Senato è stata frenetica e complessa. Una lunga protesta ha portato questa mattina i senatori dell'opposizione ad abbandonare l'Aula di Palazzo Madama, per poi rientrarvi soltanto dopo l'una, su invito del presidente Pietro Grasso. Un cambio di passo, oppure il governo dovrà lavorare senza i senatori della Lega, che hanno minacciato questa mattina di non partecipare più alle sedute e abbandonato l'Aula, perché "non si è mai visto procedere a riforme costituzionali con questa violenza".

Una decisione condivisa anche dai parlamentari di Sel, che per voce del capogruppo hanno dichiarato che "non sono garantite le condizioni di un confronto democratico" e lasciato i loro seggi. La senatrice Loredana De Petris ha anche puntato il dito contro il presidente Pietro Grasso: "Mi ha tolto la parola come relatrice di minoranza, un fatto gravissimo e inaccettabile".

Poco dopo anche i senatori del Movimento 5 Stelle, dopo aver messo il bagaglio e annunciato di non voler partecipare ai lavori, hanno iniziato ad abbandonare l'Aula. Gran parte dei banchi che solitamente occupano sono ora vuoti.

In apertura della seduta, questa mattina, Grasso aveva condannato l'atteggiamento della Lega, che ieri ha "causato disordini impedendo i lavori dell'Assemblea" e tenendo una "condotta inaccettabile", che "mina la dignità" dell'Aula.

Il presidente ha anche annunciato un'istruttoria sui fatti di ieri, che hanno portato al ricovero di Laura Bianconi, senatrice del Nuovo Centrodestra. La parlamentare è stata trasportata nell'ambulatorio del Senato, poi in ospedale, pare dopo essere stata urtata da un commesso. Ha riportato un trauma contusivo al gomito destro.

La seduta di ieri ha visto anche lo svenimento di un esponente del gruppo parlamentare della Lega, Nunziante Consiglio, a causa di un malore.

I due episodi hanno fatto perdere la calma a Grasso, che ai senatori ha annunciato un giro di vite. "Non consentirò più allusioni nè insulti sul presidente e alla conduzione della presidenza - ha detto -. Al primo accenno, farò un richiamo all'ordine, cui ne seguiranno altri, dopo di che ci sarà l'eslpulsione dall'aula. Ho tollerato fin troppo".

Un ulteriore attacco è arrivato dal blog di Beppe Grillo, dove in un pezzo di Aldo Giannulli si legge che "il presidente del Senato è "Grasso è un 'fascistà come afferma un senatore della Lega? No, più semplicemente è un grigio funzionario governativo incaricato di fare del regolamento stracci per la polvere. Un qualsiasi Oblomov (il personaggio di Goncarov) dimessosi dal suo posto di funzionario per timore del rimprovero del suo capoufficio a causa di un piccolo errore commesso.

Però molto più disinvolto del suo omologo letterario, grigio sino ad un certo punto, perché più lesto nel servire il suo zar per fas et nefas".

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