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Riforma della scuola, è scontro Spunta il bonus per le private

Il sottosegretario Toccafondi anticipa l'ipotesi di detrazione fiscale delle rette per le paritarie: "I pregiudizi ideologici vanno rottamati"

Il ministro dell'Istruzione Giannini
Il ministro dell'Istruzione Giannini

Detrazione fiscale delle rette scolastiche pagate dalle famiglie alle scuole paritarie. A poche ore dall'inizio della kermesse sulla scuola del Pd che oggi a Roma sarà aperta dal ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, e durante la quale verrà annunciato l'approdo nel prossimo Consiglio dei ministri della riforma scolastica, ecco che il sottosegretario all'Istruzione, Gabriele Toccafondi, Ncd, lancia un sasso nello stagno. Anzi un macigno. «Per le scuole non statali è allo studio una proposta che prevede un inizio di percorso di detrazione fiscale per le rette che i genitori pagano - annuncia Toccafondi - Ci stiamo lavorando e sapremo presto se è un elemento che possiamo inserire nel decreto o nella delega». La battaglia per la parità scolastica e la libertà di scelta per le famiglie nei confronti dell'educazione dei propri figli è un chiodo fisso per Toccafondi che sa bene quale muro troverà a sinistra di fronte a questa ipotesi. Ma Toccafondi pensa di trovare una sponda proprio nel presidente del Consiglio, Matteo Renzi. «Il governo - precisa il sottosegretario - è cosciente che il sistema di educazione pubblica nazionale si poggia su due gambe: la scuola statale che conta 10 milioni di studenti e quella non statale che ne conta più di un milione». Per Toccafondi «occorre rottamare un aspetto culturale ed ideologico che continua a non capire che la scuola è tutta pubblica: basta parlare di scuole private o paritarie in maniera ideologica».

Riuscirà Renzi ad infrangere il tabù principe per la sinistra italiana realizzando l'unica vera parità scolastica che è quella economica? Una missione impossibile che ha visto fallire tutti i governi precedenti. Il primo a tentare di infrangerlo da sinistra fu il ministro della Pubblica Istruzione, Luigi Berlinguer, che riuscì infatti a varare l'attuale sistema nazionale di istruzione, che comprende statali e non statali. Ma neppure il suo autorevolissimo cognome lo salvò dagli strali della sinistra che non gli ha mai perdonato di aver continuato a finanziare le scuole cattoliche che proprio durante il suo ministero usufruirono di un picco nei finanziamenti. E proprio sull'entità dei finanziamenti da destinare annualmente alle scuole paritarie si è già consumato un aspro scontro all'interno del Pd durante la messa a punto della legge di Stabilità. Prima erano previsti pesantissimi tagli poi i finanziamenti sono saliti a 472 milioni di euro. Troppi per chi vuole che tutti i soldi vengano indirizzati alla statale. Troppo pochi per chi invece rivendica il principio che quel che conta è la funzione svolta dalle scuole paritarie: una funzione educativa “pubblica” e dunque da sostenere con fondi statali.

Nel progetto di riforma di Renzi è pure prevista un'apertura ai finanziamenti dei privati nelle scuole pubbliche. Una scelta che è già costata al governo l'accusa di voler «aziendalizzare» l'istruzione.

Non c'è dubbio: la proposta delle detrazioni fiscali per le rette delle paritarie susciterà un vespaio.

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