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Riforme, ok articolo 6. Maggioranza tiene

Il Senato approva l'articolo 6 del ddl Boschi sulle riforme, con un ampio margine, con la maggioranza che supera agevolmente anche un voto segreto

Maria Elena Boschi e Maurizio Saccon in Senato durante le votazioni
Maria Elena Boschi e Maurizio Saccon in Senato durante le votazioni

Il Senato approva l'articolo 6 del ddl Boschi sulle riforme, con un ampio margine, con la maggioranza che supera agevolmente anche un voto segreto. Se quindi i voti sono rassicuranti per il governo, rimane una tensione su alcuni nodi non ancora sciolti. Tale tensione si è espressa anche in aula con una improvvisa fiammata che ha fatto temere per qualche minuto nuovi scontri come quelli di venerdì scorso, per i quali l'ufficio di presidenza del Senato ha sanzionato Lucio Barani e Vincenzo d'Anna, di Ala, esclusi per 5 giorni dall'Aula. Il Senato votato, all'insegna della battaglia procedurale, l'articolo 6 del ddl, toccando anche quota 169, sul futuro Regolamento della Camera, che dovrà prevedere una "statuto delle opposizioni". Alle migliaia di emendamenti di Roberto Calderoli, si è risposto con la tecnica del "canguro" che ne fa decadere molti altri. Un procedere stanco che ha spinto il capogruppo di Fi Paolo Romani a dire "basta" a questa "battaglia tra gamberi e canguri", che ricorda - ha ironizzato - "la batracomiomachia", la battaglia tra topi e rane di un antico scrittore greco.

"Lo dico anche a Calderoli - ha detto Romani - a noi questo non interessa". Di qui il suo appello ad entrare finalmente nel merito di almeno due punti importanti: l'elezione dei giudici costituzionali, e le norme transitorie che dettano il modo in cui si formerà il primo Senato. "Su questo facciamo una intesa tra persone normali", ha detto. Da parte della maggioranza la risposta è però stata il silenzio, anche se per quanto riguarda l'elezione dei giudici costituzionali c'è un emendamento di Anna Finocchiaro già depositato. Uno dei motivi è che sulla norma transitoria è in atto un confronto all'interno del Pd e della maggioranza, con il governo che vorrebbe evitare ritocchi su questo articolo, il 39 del ddl Boschi. Dopo una decisione di Pietro Grasso su un voto per parti separate di un emendamento di Calderoli, l'aula si è improvvisamente infiammata, con la Lega e M5s all'attacco del presidente del Senato. Sono volate parole grosse ("si vergogni" ha urlato Vincenzo Santangelo) e il leghista Raffaele Volpi per protesta ha abbandonato l'Aula. alla fine tutto è rientrato nei ranghi ma la tensione latente è evidente. Sul versante delle votazioni, un emendamento di Calderoli è stato respinto a scrutinio segreto con 160 "no", 107 sì e 2 astenuti. Il gruppo di Verdini, Ala, era al completo, in 11, tranne Barani e D'Anna sospesi; assenti giustificati 4 senatori del Pd e 2 di Ncd. Scarto assai più ampio nel voto sull'articolo 6 nel suo complesso: 163 sì, 85 "no" e 3 astenuti. Domani verrà affrontato l'articolo 7 e soprattutto il 10, che riguarda le competenze del Senato e su cui incombono 300 mila emendamenti di Calderoli.

Certo, molti saranno dichiarati inammissibili, ma molti ne rimangono e la maggioranza ha già pronte le contromosse, in attesa di scoprire in cosa consiste la contromossa di Calderoli (il "gambero").

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