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Rimini ora in guerra contro ladri e abusivi Gli agenti non bastano

Blitz dal lungomare alle stazioni, ma i venditori crescono e reagiscono Chiusa la "mensa" dei vu' cumpra

Rimini ora in guerra contro ladri e abusivi Gli agenti non bastano

nostro inviato a Rimini

Pasto, frugale ma completo, a meno di cinque euro. Merce rarissima a Rimini, almeno durante la stagione turistica. E infatti non è una rosticceria per i visitatori della riviera, né un fast food per i giovani che il fine settimana arrivano nella città simbolo dell'estate. È una primizia tutta riminese che consiste in una mensa abusiva ed esclusiva. Nel senso che era riservata ai soli venditori abusivi. Zero regole e zero fisco, un un'area del Paese dove fino a poco tempo fa le regole le rispettavano tutti o quasi. La location non era il massimo, un appartamentino privato trasformato in mensa dei poveri a pagamento. Impeccabile l'organizzazione. Circa 200 pasti al giorno, serviti in uno spazio ridottissimo. Clientela soddisfatta già nella stagione scorsa, tanto che quest'anno il ristorante è stato riaperto.

Il cibo veniva somministrato per o più con la formula del «pranzo al sacco», delle pensioni. Primo, frutto, bibita. Operazione di marketing azzeccatissima messa su da una famiglia di senegalesi.

Era, perché giovedì il Nucleo Antiabusivismo di Rimini e la Polizia municipale hanno chiuso il ristorante sommerso, dopo un anno di attività e con una lunga lista di violazioni: gastronomia abusiva, vendita al dettaglio abusiva, violazione delle norme anti affollamento. Nei 40 metri quadri del «ristorante» che si trovava nella zona Marebello, le forze dell'ordine hanno trovato nove persone alloggiate. Il tutto, naturalmente, condito da condizioni igienico sanitarie pessime. Muffe, sporcizia, impianti non a norma. Dettagli, se si riesce a servire pranzi esentasse a lavoratori non in regola.

Un business nel business dell'abusivismo che non sorprende molto a Rimini. La presenza di venditori è visibile e aumenta man mano che la stagione entra nel vivo. Il regno dell'abusivismo inizia già all'ingresso della città, dove irregolari, meno fortunati dei venditori, tentano il classico lavaggio dei vetri non richiesto (ma da pagare). «Contro questo tipo di irregolarità la battaglia è persa», spiega un commerciante.

Le forze dell'ordine hanno deciso di andare all'origine del problema fermando i venditori abusivi prima che arrivino nelle spiagge e nelle strade più affollate dello shopping . È dei giorni scorsi la notizia di un blitz delle in contemporanea nelle stazioni di Rimini centrale, Rimini Miramare e Riccione dove sono stati individuati e controllati tutti i treni che arrivavano da nord e a sud. Reparti della polizia e della Municipale di Rimini e Riccione hanno fermato all'alba circa 72 stranieri che erano appena arrivate e sequestrato decine di borse e vestiti con marchi contraffatti. I fermati sono stati portati al Cie di Roma per il rimpatrio.

Ieri mattina la polizia municipale di Riccione e la Guardia costiera hanno invece battuto le spiagge in un'operazione congiunta che ha portato al sequestro di circa 200 capi e a multe per 50 mila euro nei confronti dei venditori abusivi.

Operazioni per niente facili, come hanno denunciato nei giorni scorsi esponenti politici delle opposizioni. Perché le forze dell'ordine non sono abbastanza. E perché ormai i venditori abusivi hanno imparato a prendersi pezzi di città e a reagire con violenza in caso di controlli. Non mancano casi di rapine violente, nella Riviera stagione 2015. Come quello di mercoledì notte. Un giovane riminese è stato aggredito da tre nordafricani lo hanno preso a pugni e poi gli hanno portato via il portafogli e persino le scarpe. Erano tre tunisini intorno ai 25 anni. Pregiudicati e a piede libero nella città simbolo del turismo estivo dell'Italia. Sono stati di nuovo arrestati per rapina aggravata. Gli agenti gli hanno trovato addosso somme di denaro molto superiore a quella sottratta al ragazzo di Rimini.

Segno che il business dell'illegalità è fiorente e competitivo e infesta anche i luoghi simbolo del Belpaese.

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