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Dopo il rimprovero ferisce la madre poi tenta di sgozzarsi: è in fin di vita

Lei è fuori pericolo, le condizioni del 18enne sono disperate

Nino Materi

Forse troppe richieste di denaro alla madre, forse troppe canne e alcolici per sentirsi «grande», forse troppe serate sballate, forse l'insofferenza a iniziare a cercarsi un lavoro, forse l'assenza di un padre: una selva di «forse» nella giungla di una tragedia familiare in cui i carabinieri fanno fatica a districarsi.

Di questo dramma orribile si conosce, al momento, solo l'epilogo (un ragazzo di 18 anni che ha accoltellato la madre, 43 anni, dopo una lite e si è poi tagliato la gola con lo stesso coltello) ma poco o nulla l'antefatto.

Ora il giovane è in fin di vita mentre la mamma è grave ma fuori pericolo.

Tutto è accaduto, due notti fa, in un appartamento in via Togni a Broni (Pavia). Il 18enne era aveva fatto le ore piccole e quando è rincasato ha trovato, sveglia, la madre.

È probabile che la donna abbia chiesto conto al figlio del motivo del ritardo: un rimprovero reso ancora più aspro dal sospetto che il ragazzo si fosse impasticcato o ubriacato. Eccolo, l'ennesimo «forse».

Sta di fatto che la reazione del figlio dinanzi alle accuse della mamma è delirante: afferra un coltello e la colpisce, poi si rinchiude nella sua camera e con la stessa lama tenta di sgozzarsi.

In casa c'è anche il fratello maggiore del 18enne: tutto avviene in pochi attimi, senza dargli il tempo di evitare che l'orrore si compia. Svegliato dalle urla, apre la porta e vede sangue ovunque: la madre a terra con la gola lacerata, il fratello chiuso a chiave in camera. È sotto choc, ma trova la lucidità, per chiamare il 118. I carabinieri si trovano dinanzi a una scena da film horror. L'ambulanza carica la donna e suo figlio. Le lenzuola dell'autolettiga si inzuppano di sangue.

«Il giovane forse era convinto di aver ammazzato la madre e così ha provato a suicidarsi con lo stesso coltello», è la prima ipotesi degli inquirenti. Ma anche questa è una lettura che contiene un «forse» di troppo.

I dettagli della «scena del crimine» non aggiungono molto alla generale sensazione di angoscia: «Tra madre e figlio i rapporti erano deteriorati da tempo - spiegano gli - immancabili - vicini di casa»; un'analisi da bar sport della sociologia di quartiere che nulla aggiunge e nulla toglie al mistero di una dinamica troppo cruenta per essere liquidata con una semplice risposta usa e getta.

«Al culmine della discussione il giovane è andato in cucina e ha colpito la madre tra petto e spalla con un coltello a serramanico», la ricostruzione dei carabinieri. E poi: «Il giovane successivamente si è chiuso in camera e ha rivolto l'arma verso di sé, colpendosi al collo».

Sul referto dei soccorritori si legge che «il 18enne era in una pozza di sangue, ed è stato trasportato d'urgenza al Policlinico San Matteo di Pavia». La prognosi è riservata e i medici definiscono le sue condizioni «disperate».

Al San Matteo, sempre in prognosi riservata, è ricoverata anche la madre del ragazzo: lei, però, ce la farà.

Se sia una fortuna o una dannazione, è tutto da vedere.

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