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Riscatto gratis della laurea. È ora di dire sì

Si inizia a lavorare vecchi e si termina vecchissimi. Una mano dallo Stato non sarebbe rifiutata

Riscatto gratis della laurea. È ora di dire sì

All'inizio era solo un hashtag: #riscattaLaurea. Poi è diventato una campagna social con oltre 15mila seguaci. Nelle prossime settimane, il coordinamento nato tra Roma e Napoli che invoca il riscatto gratuito degli anni di laurea incontrerà i funzionari del ministero per discutere la proposta.

Età, anni di lavoro, contributivo, retributivo: non è mai troppo presto per iniziare a capirci qualcosa, anche se le aspettative per tutti noi nati dopo il 1980 non sono per nulla rosee. Le tabelle sono state pubblicate nei giorni scorsi. Una rapida occhiata, due conti su età e anni di contribuzione e il gioco è fatto. Un 35enne nato nel 1982, verosimilmente non lascerà il mondo del lavoro prima del 2050, a quasi 70 anni. Settanta anni. La nostra generazione vive in un eterno paradosso con il mondo del lavoro, dove è sempre più complicato inserirsi e dal quale ce ne andremo sempre più tardi. In mezzo secolo la finestra lavorativa ha fatto un balzo in avanti di quasi una decina d'anni. Si inizia a lavorare vecchi e si termina vecchissimi. Una mano dallo Stato non sarebbe rifiutata.

Sia chiaro, riscattare gli anni di laurea è già possibile, ma i costi sono esorbitanti. A spanne, un trentenne con un reddito annuo di 35mila euro pagherebbe oltre 11mila euro per ogni anno di studi: una strada per molti, forse per tutti, impercorribile. Con l'aggravante che più si va in là con gli anni e lo stipendio cresce, anche il costo del riscatto - o ricatto? - aumenta.

Nessuno può risarcire una generazione degli anni trascorsi tra collaborazioni e stage nella speranza di un vero contratto, però il governo - negli ultimi mesi di questa legislatura - ha davanti a sé un'occasione per ristabilire un contatto con tutti quei ragazzi che ha ingiustamente lasciato andare alla deriva negli ultimi anni. E non tutti sono bamboccioni.

Il riscatto gratuito degli anni di laurea sarebbe la giusta ricompensa anche per chi ha dedicato anni della sua vita allo studio. E soprattutto per chi oggi è intrappolato in un impiego lontano anni luce dal suo percorso di studi e dalle sue ambizioni, perché lo Stato da tempo non è in grado di far dialogare il mondo delle università con quello del lavoro.

A differenza dei nostri genitori e dei nostri nonni, nessuno di noi vivrà con la certezza del posto fisso, anzi.

Una carriera a singhiozzo, però, difficilmente potrà trasformarsi in una pensione solida. Governo e Parlamento ci pensino, non ci vuole una laurea

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