Politica

La riscossa del ceto medio contro le promesse di Luigi

La riscossa del ceto medio contro le promesse di Luigi

La Caporetto dei 5 Stelle in Molise, scesi al 31% contro il 44,8% delle politiche mentre il centrodestra arriva al 43,4% con Forza Italia in testa, battendo il candidato pentastellato che racimola il 38%, ha una spiegazione elementare. Il programma nazionale attuale dei pentastellati che anelano al potere, per avere posti e pasti, tradisce quello originario in cui campeggiava il reddito di cittadinanza e fa flop al Sud. Il progetto con cui i 5 stelle sono cresciuti, specie al Sud, consisteva di panem et circenses, ossia reddito di cittadinanza e giustizialismo spettacolare. Per il Sud «pane e processi»: come quello per la presunta trattativa Stato-mafia, la cui sentenza è uscita poco prima delle elezioni in Molise. La ha accompagnata la dichiarazione di Di Maio che è finita la II Repubblica ed inizia la terza, perché è stato condannato dell'Utri, per aver minacciato lo stato nel 2004 (come non si sa). In Molise ora i 5 Stelle non hanno messo al centro della campagna elettorale il reddito di cittadinanza. Ed esso è sotto traccia nei 10 punti del programma dei 5 Stelle, da poco comparso sui giornali, buono per tutti i giochi di potere. Così il pane è sparito dal loro progetto per il Meridione. E poiché la sentenza di Palermo non serve per mangiare, né per un posto di lavoro o riparare una strada, promuovere il turismo, rimediare al terremoto, non interessa ai molisani. La sentenza di Palermo non del resto non cambia la situazione neppure in Sicilia: ove, invece, contribuisce a realizzare il motto del Gattopardo «Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi». Il cambiamento che i 5 Stelle propongono nell'attuale programmone in 10 punti, di 24 pagine, non contiene dati contabili. Consiste di parole di politichese, con l'aggiunta del proposito di trasformare la Cassa Depositi e Prestiti in un mega impresa a partecipazione statale. Ciò mentre la Comunità Europea ci chiede un Def che rispetti la regola del deficit di bilancio dello 1% massimo e annuncia procedure per aiuti di stato relative ad Alitalia e al Monte dei Paschi. Fra i 10 punti del programma fatto di frasi in politichese e di ambizioni di posti di potere economico tramite la Cassa Depositi e Prestiti, non c'è niente per il Sud, per i contratti di lavoro, per l'occupazione giovanile, per la revisione della legge Fornero. Non c'è risposta al tema centrale: per risanare il bilancio e ridurre la disoccupazione, bisogna aumentare le spese e le imposte o ridurre le spese per abbassare le imposte tagliando la progressività e senza patrimoniali, come invece nel programma di centrodestra? Il centrodestra aveva proposto i contratti di lavoro aziendali basati sulla produttività, in deroga a quelli nazionali. Una ricetta assente dal Jobs Act dei dem, a cui ora i 5 Stelle si rivolgono, con lo stesso documento proposto a Salvini. In Molise ha vinto il centrodestra con largo margine, con Forza Italia in testa sia con la lista ufficiale, sia con la lista civica del leader locale di Forza Italia. Le due insieme raggiungono il 17,7 per cento, per un partito dato per morto. La ragione di ciò è che i programmi sono concreti, credibili, chi li propone ha un curricolo professionale serio e il leader nazionale di Forza Italia è un industriale, che ha creato una grande impresa dell'economia digitale. In Molise anche con le altre liste di centrodestra, ha vinto il ceto medio, la società che lavora e produce.

Ricetta del Nord che s'addice al Sud.

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