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Via al risiko delle controllate, le mani di Renzi sulle poltrone

In due mesi si decidono i vertici di Eni, Finmeccanica, Enel, Terna e Poste. L'ex premier (con Lotti) prova il blitz

Via al risiko delle controllate, le mani di Renzi sulle poltrone

La condanna di primo grado a sette anni per l’ad di Finmeccanica Mauro Moretti irrompe sulla scena delle nomine nelle grandi partecipate pubbliche. La partita dei rinnovi dei vertici di Eni, Enel, Terna, Poste e Leonardo/Finmeccanica, che avvengono ogni tre anni, si è aperta in questi ultimi giorni con la presentazione - c’era tempo fino a ieri - dei calendari finanziari per le cinque grandi spa controllate dallo Stato, tutte quotate in Borsa.

In queste ultime settimane si era avuto il primo segnale: gli uffici societari delle società avrebbero ricevuto pressioni dal Mef (il ministero dell’Economia) per anticipare il più possibile la data dell’assemblea. C’era tempo fino a giugno, ma in effetti le assemblee sono state programmate tutte presto: quattro tra il 13 aprile (Eni) e il 4 maggio (Enel); mentre le Poste saranno il 30 maggio. Un calendario che riflette la fretta del grande regista dell’operazione, ancorché da dietro le quinte: Matteo Renzi che, insieme con il fidato Luca Lotti, è considerato il reale cartaio della partita. Non lo è il premier Paolo Gentiloni, che pure si è trovato la stagione delle nomine durante il suo debole mandato di governo; non lo è più di tanto nemmeno il titolare del Mef Pier Carlo Padoan, già ministro anche nell’esecutivo Renzi; un ruolo lo svolgerà invece sicuramente il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, soprattutto nel rispetto degli equilibri (con particolare attenzione proprio al caso Moretti).

Renzi - dicono a Roma gli esperti del rito delle nomine - intende sfruttare questa partita proprio per dimostrare che a comandare è ancora lui. E, a maggior ragione, non intende lasciare tutto così com’è, come pure è accaduto in altri momenti di transizione (Prodi-Berlusconi) quali il 2008. Anzi: spostando qualche grossa pedina farà sentire ancor più chiaramente la sua forza. In questa chiave la condanna di Moretti dà una mano ad aprire quel rimescolamento di carte che l’ex premier aveva in mente. In altri termini l’ipotesi di assistere a qualche importante avvicendamento è da ieri più verosimile. E il tempo già stringe: le liste vanno presentate 25 giorni prima della data dell’assemblea. Quindi il balletto si svolgerà tutto nei prossimi 60 giorni: inizierà già il 19 marzo con l’Eni, per poi avere in aprile la lista Terna entro il 2, Finmeccanica il 7 ed Enel il 9. Solo le Poste sono un po’ più in là, il 5 maggio.

Per quanto riguarda gli amministratori delegati, cioè i reali capi azienda, il numero uno dell’Eni Claudio Descalzi siede sulla poltrona allo stesso tempo più pesante e più a rischio. L’inchiesta sugli affari nigeriani lo sta indebolendo e in Eni potrebbe arrivare l’attuale ad di Enel, Francesco Starace, molto apprezzato da Renzi e non solo da lui. Di enorme stima gode anche l’ad di Terna Matteo Del Fante, tanto che potrebbe puntare non solo alla conferma, ma anche al passaggio in Enel se Starace passasse all’Eni. Per il vertice di Finmeccanica, Moretti potrebbe lasciare il posto e tra gli interni due manager molto quotati sono Filippo Bagnato, numero uno di Alenia e Luigi Pasquali di Telespazio. È circolato anche il nome di Francesco Caio, ad di Poste.

Per quanto riguarda i presidenti, anche queste caselle rientreranno nel balletto. Al momento le più salde paiono Emma Marcegaglia all’Eni e Patrizia Grieco all’Enel.

Ma la partita è appena iniziata.

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