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Ritorna la mitica "schiscetta". Ma adesso è da Masterchef

Il pranzo portato da casa conosce una nuova stagione. Griffata, salutista, tecnologica... A ognuno il suo "lunch box"

Ritorna la mitica "schiscetta". Ma adesso è da Masterchef

Il lunch è sempre più on the go, grazie al «bentobako». Tradotto significa che a pranzo, piuttosto che mettersi a tavolo e sottoporsi al rito del primo secondo contorno vino e caffè, «conto subito grazie che devo tornare al lavoro», sempre più persone preferiscono ricorrere alla schiscetta, o «lunch box» che in inglese fa più chic, o «bentobako» che in giapponese ancor di più.

Durante gli anni della crisi economica post 2007 l'usanza di portare il pranzo da casa era diventata per molti, specie giovani precari di belle speranze ma esigui stipendi, una necessità. Oggi segue piuttosto i nuovi stili di consumo. E consente di mangiare dove si vuole, seduti a una scrivania per lavorare o al parco per prendere il sole e rilassarsi un po'. Dunque la schiscetta segue un consumatore itinerante che ha sempre meno tempo di cucinare. Prova ne è che i consumi fuori casa aumentano, e la spesa alimentare diminuisce. Secondo Fipe, la Federazione italiana pubblici esercizi, nel 2017 le famiglie italiane hanno speso per mangiare fuori oltre 83 miliardi di euro, il 3 per cento in più dell'anno prima. E 9,8 milioni pranzano fuori casa almeno tre, quattro volte a settimana, mentre al 67,1 per cento, circa 34 milioni di persone, lo fa saltuariamente.

Per incontrare le esigenze di questi nuovi clienti anche ristoranti, bar e aziende hanno pensato a mettere il pranzo in scatola proponendolo in mille tipologie, alcune decisamente bizzarre.

SEI BIANCO? PAGHI DI PIÙ

È quello che si sono sentiti proporre gli avventori del Saartje, un chiosco di New Orleans che vende «lunch box» di cucina nigeriana a 12 dollari per i neri e 30 per i bianchi. Il proprietario, Tunde Wey, ha detto che è un esperimento sociale. Ha applicato infatti la differenza di reddito che c'è tra i bianchi e neri in città al prezzo dello stesso pasto. Il sovrapprezzo è volontario, ma secondo lo chef molti bianchi, soprattutto donne, hanno accettato di pagarlo.

UN'APP PER MANGIARE

Le app per la consegna fanno sempre più parte delle nostre usanze, specie nelle città. E sono sempre più usate anche per pranzo: tanto che ornai consegnano anche in ufficio, al parco o in stazione, prima della partenza per evitare quei tragici panini che hanno l'aria di essere stati confezionati tre giorni prima. Un'azienda, Mio, ha già testato chioschi robot che girano nei parchi cittadini proponendo snack. Ma c'è anche il «Prepd pack», un sistema che accompagna l'utente dalla preparazione al consumo con un'app integrata che dà consigli su cosa mettere nella schiscetta (in legno di bambù e comparti isolati), fornisce indicazioni nutrizionali e, grazie a contenitori modulari, ripone tutto al meglio.

DESIGN DA SFOGGIARE IN UFFICIO

Ormai in ufficio non basta sfoggiare il sandalo Manolo Blahnik o la borsa firmata, anche il «lunch box» dev'essere all'altezza. Quelle di legno sono le più chic, ma ci sono di colori pastello e linee sinuose. Con interni in sughero e ceramica che mantengono il calore. Per darsi un tono quando si mangia davanti al computer senza sembrare degli noiosi stakanovisti.

STELLATI IN CAMPO

Non potevano mancare gli stellati per pranzi veloci ma sopra le righe. Franceat propone «picnic stellati» ideati dalla chef Mariangela Susigana: piatti semplici come insalate o quiche, ma originali e a base di eccellenze gastronomiche. Così anche il gourmet è accontentato.

A OGNUNO IL SUO

In realtà ormai non vi è esigenza, di salute, dieta o stile di vita, che non sia presa in considerazione e impacchettata in bello stile. Largo dunque ai pranzi pronti per vegani e crudisti, ma anche per runner (bilanciati per chi fa sport), per bambini e pure per neonati. Un ristorante di Lafayette (Louisiana, Usa) appropriatamente chiamatosi The Lunch Box, ne propone uno diverso per giorno della settimana. Così nessuno potrà dire «Che noia oggi, la solita schiscetta...

».

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