Cronache

La rivincita del destino

La rivincita del destino

Sembrano storie ai confini della realtà, ma sono tragicamente vere. Ti mettono addosso quello strano brivido di inquietudine che ti prende quando all'inevitabile si sposa l'inspiegabile. Soffocano il sospiro di sollievo, capovolgono lo scampato pericolo. L'operaio egiziano che la morte perdona liberandolo da un treno che si incendia e fa strage di pendolari e che la vita condanna buttandolo sotto un treno merci dieci giorni dopo, per sbaglio o forse no. O lo studente americano che sfugge alla furia omicida di Seung-Hui Cho, suo compagno di scuola, nel campus di Virginia Tech per schiantarsi in auto per motivi incomprensibili quattro giorni dopo. Siamo padroni del nostro destino o esiste il destino, la fortuna è cieca ma la sfiga ci vede benissimo o forze oscure decidono al nostro posto? Se lo sono chiesti la religione, la filosofia, le scienze, e anche noi, più di una volta nella vita prima di passare rapidamente a pensare ad altro.

Di certo le storie che vi raccontiamo qui sotto, e non sono nemmeno tutte, scrivono quasi la trama di Final destination, il primo di una pentalogia di film americani con un filo conduttore che sembra un nodo scorsoio: la morte che torna a riprendersi le persone che hanno osato sfidarla, i sopravvissuti a una tragedia che per una strana serie di circostanze muoiono negli incidenti più assurdi e incredibili. Non sono i sopravvissuti doppi e tripli che spuntano a ogni nuova tragedia. Questi sono la seconda chance che il fato, o la coincidenza, non ti regala. Jean de La Fontaine diceva: spesso s'incontra il proprio destino nella via che s'era presa per evitarlo. Occhio al navigatore...


Il riservista scampato all'11 settembre ucciso in un agguato a Baghdad

Dipendente della Port Authority, con ufficio al 68/esimo piano della Torre Nord, Frank Carvil, 52 anni, sarebbe morto nel tragico impatto del primo aereo contro le Torri gemelle se non avesse lasciato la scrivania pochi minuti prima della tragedia per un appuntamento improvviso. Riservista della Guardia Nazionale era stato però richiamato in servizio per combattere in Irak, nel Terzo Battaglione del 112/esimo reparto di Artiglieria. Il convoglio militare su cui viaggia viene assalito dai terroristi alla periferia di Baghdad. Muoiono in due, tre si salvano. Era il suo ultimo giorno di guerra. Poche ore dopo sarebbe tornato a casa. Per sempre.

Detenuto si salva dalla sedia elettrica e poi muore fulminato dal televisore


Michael Anderson Godwin era un assassino. Nel 1980, poco più che ventenne, aveva violentato e ucciso una ragazza poco più grande di lui, Mary Elizabeth Royem: i poliziotti trovarono il corpo seviziato in un appartamento del West Columbia. Per questo era stato condannato a morte, ma gli avvocati erano riusciti a trasformare la morte in carcere a vita. Anche lui, come la sua vittima, è stato trovato dagli agenti, durante un'ispezione di routine nel carcere di Columbia. Nudo, seduto sulla seggetta metallica della toilette, fulminato dalla scarica elettrica del televisore che stava cercando di aggiustare. Giustiziato dal filo scoperto di una cuffia.

Esce illeso dall'elicottero precipitato Due giorni dopo si schianta in aereo

Era appena stato dimesso dall'ospedale e doveva solo ringraziare il cielo. L'elicottero che pilotava si era schiantato contro una casa e lui ne era uscito con qualche graffio e un paio di botte, cioè niente, praticamente un miracolato. Non aveva però voluto sentire ragioni quando i medici gli avevano imposto riposo precauzionale e un periodo di osservazione. Michael Antinori, 30 anni, pilota provetto, aveva preso la porta e se n'era andato. Per prendere i comandi di un monomotore Cessna e volare dalla famiglia. Un volo durato 8 chilometri e finito in fiamme in un boschetto di Hillsborough Count, in Florida. Il cielo non perdona due volte.


Sopravvive all'attentato di Boston. Le è fatale una Ferrari gialla a Dubai

La sua foto era diventata il simbolo della strage alla maratona di Boston, 3 morti e 240 feriti, con il suo giubbottino nero, i piedi insanguinati, portata via di corsa da un vigile del fuoco, Tyler Dodd. Le schegge della prima delle due bombe piazzate dai fratelli Carnaev le spezzano le gambe, ma Victoria McGrath, 20 anni, studentessa e baby sitter, esce dal Tufts Medical Center sicura di avere una vita davanti. Le è fatale una Ferrari 458 Spider gialla che tre suoi amici noleggiano a Dubai per fare festa: si schianta a tutta velocità e prende fuoco. Non si salva nessuno. In tv dopo la strage aveva detto: «Non so che piani abbia Dio per me..».

Schiva la morte sulle Twin Towers Ma è vittima della strage del Queens

Feliz Sanchez, 28 anni, si era licenziato dalla banca d'affari Merrill Lynch il giorno prima dell'attentato al World Trade Center. Hilda Yolanda Mayor, 26 anni, dopo lo schianto, era scappata dal ristorante al primo piano delle Twin Towers dove lavorava. Lui, due mesi dopo, prende un Airbus dell'American Airlines diretto a Santo Domingo, dove avrebbe cominciato a lavorare per una squadra di baseball, lei sale sullo aereo per volare in vacanza. L'Airbus si schianta nel Queens, un borough di New York: 265 morti, sopravvissuti zero. «Feliz - dice il suo amico Cid Wilson - era convinto che per lui stesse cominciando una seconda vita...».

Chi evita l'incendio e muore bruciato Chi evita l'alluvione e muore in doccia

Il destino crudele ha a volte dettagli assurdi, sigilla le vite con un ghigno beffardo. É quello che succede a Donald Kellar, trentenne di Ridgeland, nel North Carolina. Il giorno di Natale, trentaquattro anni fa, se la cava per un soffio dal violento incendio che gli devasta la casa, sono i pompieri a tirarlo fuori di lì. A Capodanno gli stessi pompieri lo trovano morto carbonizzato dentro la propria auto incendiatasi in un parcheggio per un ritorno di fiamma. Ad Alessandro Taverna invece, 17enne di Crescentino, in provincia di Vercelli, è un gommone di fortuna a salvarlo dall'alluvione del Piemonte. Il padre lo trova morto in casa.

Sotto la doccia.

Commenti