Politica

Rivolta del sindaco contro Renzi "Non dà soldi, chiudo le scuole"

Antonio Bigotti, sindaco di Savignone (Genova), ha chiesto fondi allo Stato ma non sono mai arrivati. Le scuole non sono antisismiche e le chiude per protesta

Rivolta del sindaco contro Renzi "Non dà soldi, chiudo le scuole"

Oggi il premier Matteo Renzi s'è precipitato ad inauguarare una nuovissima scuola antisismica costruita a Bagnolo Piemonte (Cuneo). Si tratta del complesso elementari e media Mondovì Piazza, finanziato con "i fondi sbloccati nel marzo del 2014 da Delrio". Foto, sorrisi e l'immancabile taglio del nastro. Poi Renzi ha ascoltato un'esibizione canora dei giovani studenti di Cuneo, per tornare infine all'attualità politica. Nello stesso momento, a 160 km da lì, il sindaco di Savignone metteva in scena una dura protesta contro la "Buona Scuola" del Presidente del Consiglio e contro i (falsi) annunci sulle ristrutturazioni antisismiche.

Il messaggio mediatico inviato dal segretario del Pd fa leva sui sentimenti della gente, ancora scossi dalla strage sfiorata alla scuola di Amatrice. Crollata nonostanete gli adeguamenti e le ristrutturazioni. Inaugurare un istituto antisismico in questo momento vale qualche punto percentuale nei sondaggi e la benemerenza dei cittadini. Un colpo da maestro. Ma falsato: Bagnolo Piemonte infatti è una zona a basso rischio sismico, classificata come S3 nel sito della regione Piemonte: ovvero "medio-moderato". Non certo come i Comuni del Lazio e delle Marche martoriati dal terremoto.

La protesta del sindaco contro Renzi

Il fatto è che realtà nel Belpaese è ben diversa dallo storytelling proposto dallo staff presidenziale. Lo sa bene Antonio Bigotti, primo cittadino di Savignone, Comune della città metropolitana di Genova. Dopo il sisma nel Centro Italia, Bigotti ha fatto controllare le scuole ai tecnici così da assicurarsi che tutto fosse in sicurezza. Risultato: i plessi scolastici meriterebbero una rinfrescata. Ma non ci sono i soldi.

La legge prevede che il Comune ne curi la manutenzione, ma spesso questi lavori "non possono essere realizzati senza l'auto dello Stato". Un aiuto che Bigotti ha chiesto più volte, presentando tempo fa "mirati progetti per le richieste di finanziamento" agli interventi di miglioramento edilizio. Purtroppo sono bloccati nei cassetti della politica e "dispersi tra l'impressionante burocrazia". E così i bambini rischiano che il tetto gli cada in testa.

Il sindaco ha deciso allora di chiudere i cancelli e di rimandare a domani l'inizio dell'anno scolastico. In una lettera spedita nei giorni scorsi ai genitori li pregava di "comprendere e condividere la misura di questa protesta" e li rassicurava: chi dovrà andare al lavoro potrà comunque portare il bambino a scuola, dove insieme ad alcune animatrici (pagate di tasca propria) il primo cittadino avrebbe garantito la custodia dei pargoli.

Un gesto eclatante nell'attesa che l'Italia si preoccupi (davvero e non con piccoli spot) della sicurezza dei suoi bambini.

Commenti