Politica

A Roma nevica da un mese e mezzo Dal verde alle buche, sempre disagi

Dal 26 febbraio strade chiuse, giardini inagibili. M5s in panne

A Roma nevica da un mese e mezzo Dal verde alle buche, sempre disagi

Roma È primavera inoltrata, ma a Roma nevica. Lo fa da un mese e mezzo, dal quel fatidico 26 febbraio scorso che da una parte ha elettrizzato i romani e dall'altra ha paralizzato tre quarti di una Capitale europea. Sì, perché a dispetto della discreta nevicata di quel solo - unico - giorno, i suoi effetti hanno invece accompagnato la vita quotidiana di milioni di cittadini, da quel momento costretti a vivere in stato di perenne emergenza.

Voragini, buche, alberi crollati ed altri a rischio, cortili scolastici chiusi e strade colabrodo. È l'eredita lasciata da poche ore di nevicata romana in un febbraio qualsiasi, freddo in maniera eccezionale ma nella stessa misura di tutto il resto dell'Italia. Il fenomeno delle buche sparse tra le strade romane è ormai oggetto di studio urbanistico e antropologico - oltre che di diffusa ironia sulla rete - e le condizioni climatiche degli ultimi mesi sembrano aver dato il colpo di grazia alle mulattiere «made in Roma», che disegnano ogni giorno di più un vero e proprio campo minato sul quale a bordo di auto e scooter si rischia la propria vita. Ancora oggi, ad esempio, su una Cassia ormai pericolosamente crepata per interi chilometri si guida a zig zag. Il motivo? Alla fine di febbraio diversi punti erano rimasti ghiacciati e - complice la scarsa manutenzione dell'arteria - le spaccature non hanno tardato a fare la loro comparsa. Destino simile è quello della Salaria, che dopo le barricate degli automobilisti, nei giorni scorsi è stato oggetto di sparsi rappezzamenti di asfalto di dubbia durata. Almeno fino alla prossima pioggia.

Non solo sotto i piedi, l'«effetto neve» a Roma è anche sopra le teste. Sul web sono decine le denunce di alberi a rischio crollo. Montesacro, Tuscolano, Aurelio, Nomentano, Ardeatino: le segnalazioni arrivano da tutta la città. In quelle ore da giorno dell'apocalisse i già malmessi e vecchi alberi della città eterna erano stati appesantiti dai fiocchi, che avevano anche causato crolli. A neve sciolta, però, sono rimasti pini, querce e sequoie curvati su sé stessi a un passo del cedimento sui passanti. Eppure alcuni interventi di potatura sono stati attuati. E si vede: nel centralissimo quartiere Trieste, ma anche all'Ardeatino e in aree periferiche, da più di un mese sterpaglie e residui di potature sono abbandonati a bordo strada o nei pressi di cassonetti dei rifiuti. E poi c'è l'aspetto forse più inquietante della vicenda: da 45 giorni oltre un centinaio di scuole di Roma registrano disagi post-neve. La denuncia di alcuni genitori è stata riportata su Il Tempo, dopo aver constatato che i propri figli tra i 3 ed i 6 anni da un mese erano costretti a trascorrere circa otto ore al giorno chiusi nelle classi, senza poter uscire nei giardini o nei cortili scolastici. Tra crolli e allarmi, infatti, gli spazi all'aperto delle primarie romane sono stati decretati off-limits.

D'altronde, perché procedere immediatamente a lavori di adeguamento se si può chiudere tutto rendendolo inaccessibile? La giunta Raggi se la prende sempre con le passate amministrazioni, ma nella nevicata del 2012 il numero dei cortili scolastici rimasti chiusi a lungo era di 1.500 volte inferiore. Non può nevicare per sempre, verrebbe da dire.

Ma con un governo cittadino così, Roma si prepara a un lungo inverno.

Commenti