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Roma, parte il totonomi per il vicesindaco

Ieri le dimissioni di Nieri, i parlamentari Bonaccorsi e Giachetti in pole position. Orfini: "Non è detto sia del Pd"

Roma, parte il totonomi per il vicesindaco

L'abbandono di Luigi Nieri dalla carica di vicesindaco è solo l'ultimo. A lasciare la giunta di Ignazio Marino nel giro di pochi giorni sono stati anche il segretario generale del Campidoglio Liborio Iudicello e il braccio destro del sindaco Mattia Stella, invitati a un passo indietro dopo l'uscita della relazione del prefetto Franco Gabrielli. Prima di loro si erano dimessi l'assessore alla mobilità Guido Improta e il capogruppo del Pd Francesco D'Ausilio. Altre dimissioni illustre risalgono al primo capitolo di Mafia Capitale come quelle di Daniele Ozzimo, assessore alla casa, e di Rita Cutini, assessore al Sociale che però, secondo le carte dell'inchiesta ha fatto da argine alla cupola. Per dissidi con il sindaco, oltre ad Improta, hanno lasciato l'assessore al Bilancio, Daniela Morgante, quello alla Cultura, Flavia Barca e il responsabile dello Sport, Luca Pancalli.

Il rimpasto di giunta è sempre più vicino. "Siamo in attesa del giudizio di Alfano sull'eventuale scioglimento del Comune. Se dirà, come speriamo, che si può andare avanti, apriremo una rapida discussione, insieme a Sel e agli altri, su come far ripartire la città e rendere incisiva l'azione amministrativa nel percorso già delineato", spiega Matteo Orfini che ha escluso che possa essere lui a ricoprire il ruolo di vicesindaco. "Tutti i nomi che sono usciti sono sciocchezze - sottolinea il commissario del Pd romano - Noi non abbiamo nemmeno cominciato a discutere dei temi programmatici, figuriamoci di eventuali rimpasti, che non decide il Pd ma eventualmente il sindaco di Roma: sta a lui stabilire se la squadra va innovata o meno". Il nome più gettonato è quello della renziana Lorenza Bonaccorsi, presidente del Pd nel Lazio ma non è affatto escluso che Sel rivendichi per sè il ruolo del numero 2 del Campidoglio avendo sacrificato Nieri anche perché, senza i suoi voti, la giunta Marino può cadere da un momento all'altro. In nome della legalità si fa avanti anche il nome dell'assessore Alfonso Sabella ma, in una fase così delicata, pare più plausibile che Matteo Renzi imponga un commissariamento di fatto con un suo fedelissimo come Roberto Giachetti, nome spendibile come candidato anche in ottica elezioni anticipate.

Un'altra eventualità, seppur remota, è che Orfini decida di metterci ancora una volta la faccia ma non in prima persona e che quindi il vicesindaco sia in quota giovani turchi.

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