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Roma è sommersa dai rifiuti Ma Cantone si sveglia adesso

Accuse incrociate tra vertici Ama e l'assessore Muraro. Il pm Anticorruzione: le discariche puzzano di mafia

Roma è sommersa dai rifiuti Ma Cantone si sveglia adesso

Roma - La sindaca Cinque Stelle che vuole «ripulire» la stanza dei bottoni del Campidoglio non riesce a svuotare i cassonetti di Roma.

Virginia Raggi rischia di rimanere travolta dalle inefficienze dell'Ama e da inchieste e polemiche sull'assessora all'Ambiente, consulente per 12 anni dell'azienda per i rifiuti e di società che hanno lavorato con la municipalizzata.

Mentre le opposizioni, dal Pd a Fdi, chiedono le sue dimissioni, Paola Muraro ingaggia un duello con dossier finiti in Procura con Daniele Fortini. E il presidente dimissionario dell'Ama ieri, anche di fronte alla Commissione parlamentare antimafia, lancia accuse pesanti contro di lei.

Un caos tale che qualcuno deve aver pensato, in puro stile renziano, ad una specie di commissariamento. Questo fa sospettare l'irruzione sulla scena di Raffaele Cantone, presidente della Autorità anti-corruzione che, avverte in un'intervista al Messaggero, potrebbe intervenire sul grande affare immondizia a Roma.

L'Anac lo ha fatto altrove, dalla Puglia alla Sicilia, dell'Ama si è già occupata per Mafia Capitale, chiedendo atti su assunzioni clientelari e contratti con imprese vincitrici di appalti, a incominciare dalle coop di Salvatore Buzzi e altri soggetti finiti sotto processo.

Spesso business dei rifiuti e corruzione, spiega Cantone, si intrecciano. «È un settore nel quale moltissime imprese sono state infiltrate dalla criminalità organizzata». Il giudizio sull'Ama è negativo, fa capire che è peggio dell'omologa di Napoli: «Troppo grande per poter facilmente funzionare». Troppo grande e troppo marcia, visto che non ha mai affrontato «la vera questione: superare la centralità delle discariche», chiudere il ciclo dei rifiuti e invece è rimasta succube del sistema Cerroni.

Per tutti questi motivi, avverte Cantone, «il settore rifiuti a Roma potrebbe essere oggetto d'interesse dell'Anac». Non si sbilancia sui presunti conflitti d'interesse della Muraro, ma di Fortini (che ha conosciuto a Napoli) dice che è «un professionista competente».

Ce n'è abbastanza per far salire la febbre in Campidoglio e dintorni. Dove la sindaca difende l'«ottimo lavoro» della Muraro, mentre ogni giorno spunta una novità su consulenze e contenzioso con l'Ama, che le dovrebbe 200 mila euro per un brevetto e altri 30 mila per due pratiche seguite per l'azienda.

L'assessora si difende dicendo che con la sua consulenza nella controversia con Manlio Cerroni ha fatto «risparmiare 900 milioni di euro all'Ama» e che ha segnalato per email irregolarità all'azienda. Ma Fortini in tv ad Agorà replica: «Muraro era addetta ai controlli. Se si accorge che è in corso una truffa perché non va in procura e denuncia?». Lei lo spiega così: «Avevo un accordo di riservatezza con Ama e la massima fiducia negli organi di controllo dell'azienda». Ma c'è chi riferisce una frase che avrebbe detto a due operatori del settore e che è già nota ai pm: «Fortini non ci piace. Va troppo in Procura». Il presidente dell'Ama ricorda quando Cerroni gli disse: «Siete degli illusi, tanto vi cacciano». Parla di una Raggi «manipolata», di pressioni per fargli usare l'impianto «abusivo» a Rocca Cencia di Cerroni, di «inaccettabili blitz intimidatori».

«Perché il sindaco e l'assessora - chiede - non vanno al Salario, dove la crisi è più acuta e l'unica soluzione è smantellare, ma a Rocca Cencia, dove c'è un inchiesta che potrebbe riguardare la Muraro e lei dice Non c'entro niente, ho denunciato?» .

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