Politica

«Rottamatore di padri». «Sciacallo» Scontro tra Grillo ed ex premier

L'ex comico liquida l'inchiesta Consip come «fuffa mediatica» e difende Tiziano Renzi: suo figlio è un «menomato morale»

Chiara Giannini

Roma Il capocomico non si fida più dei magistrati. Incredibile, ma per Beppe ora l'affare Consip nasconde qualche lato oscuro. Botta e risposta tra Beppe Grillo e Matteo Renzi, sulle pagine dei loro blog. Il primo a lanciare accuse è il leader del Movimento 5 stelle che scrive: «L'unica notizia vera è che il rottamatore riuscirà forse solo a rottamare il padre». Il segretario uscente del Pd gli risponde senza mezzi termini: «Tu, caro Grillo, oggi hai fatto una cosa squallida. Sei entrato nella dinamica più profonda e più intima la dimensione umana tra padre e figlio senza alcun rispetto. In modo violento».

Per il leader del Movimento 5 stelle l'inchiesta Consip non sarebbe altro che la solita «fuffa mediatica». Dal suo blog lancia anatemi e si scaglia, come al solito, contro i giornalisti: «È appena incominciata un'altra diarrea mediatico/giornalistica, articoli e approfondimenti del nulla su papà Tiziano, nomi che sono gli stessi per tutti: Romeo, accuse non chiare, ipotesi creative - scrive -, inventate da una stampa che ha un solo compito: fagocitare quello che resta della democrazia e dell'idea di famiglia».

E poi se la prende con Renzi jr: «Si comporta come l'ultimo cucciolo di alien, quello bianco (mezzo uomo e mezzo alien) nasce e si mangia la madre. Così come il menomato morale dice: Per mio padre doppia condanna, lo esclama così... con l'intensità morale di un'ordinazione al bar del circolo dei compagni di merende. Sono prime pagine che non si possono leggere, le uniche cose comprensibili sono schifezze».

Grillo, però, sembra quasi difendere la posizione del padre dell'ex premier. Che lo faccia per mettere le mani avanti in vista di futuri coinvolgimenti giudiziari degli appartenenti del suo partito? Nell'inchiesta Consip, infatti, entra anche Andrea Mazzillo, nuovo assessore al Bilancio della giunta Raggi, che ora rischia di essere indagato. Nella spazzatura di casa dell'imprenditore Alfredo Romeo, infatti, gli uomini del Noe hanno rinvenuto un foglio su cui era riportato proprio il nome dell'amministratore capitolino. Dalle intercettazioni delle telefonate tra Romeo e Italo Bocchino, peraltro, risulta che i due parlassero del fatto che l'ad di Consip, Domenico Casalino, sia amico dell'altro assessore del Comune di Roma Daniele Frongia e, appunto, di Mazzillo. Il faccendiere Carlo Russo «si offrì di farsi garante con il Movimento 5 stelle che pareva osteggiarlo». E la via d'uscita sarebbe stata proprio Casalino, grazie alle sue amicizie romane.

Renzi ci va giù duro: «Quando è stata indagata Virginia Raggi io ho difeso la sua innocenza che tale rimane fino a sentenza passata in giudicato. Ma noi siamo diversi e sinceramente ne vado orgoglioso». Quindi conclude: «Non ti permettere di parlare della relazione umana tra me e mio padre. Spero che un giorno ti possa vergognare - anche solo un po' - per aver toccato un livello così basso».

In serata arriva la controreplica di Grillo via Facebook. «Si derottamano padri solo se la rottamazione è una gaffe comprovata - scrive il leader pentastellato -, Matteo tu sei una gaffe esistenziale. Per una volta che leggo quello che dici non puoi prendetela con me.

Fatti coraggio e rileggi a voce alta, magari ti aiuta».

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