Cronache

"La rubai a papà e fu il finimondo"

L'attore e le scene cult sulle due ruote: "Montezemolo me lo negò"

"La rubai a papà e fu il finimondo"

Se non la ama lui. Prima in Sapore di mare (1983) poi nel Ragazzo del Pony Express ('86), Jerry Calà e la Vespa sono diventati un'icona della commedia all'italiana. «Forse per questo la Piaggio me ne ha regalata una customizzata apposta per me . La uso d'estate, mi sembra di tornare ragazzino», dice nel bel mezzo del suo solito sterminato tour tra i locali d'Italia, nei quali canta anche il suo tormentone Un'altra estate che va (consacrato anche dal Tg5). «In fondo questo motorino ha segnato la vita e il costume degli italiani, anche se, diciamo, il mio rapporto con il vespino non è iniziato proprio bene», spiega con quella sua inconfondibile cadenza.

Perché, scusi?

«Mio padre custodiva gelosamente un Vespone 150 a tre marce, io non potevo ancora guidarla ma gliel'ho presa lo stesso. Gli agenti mi hanno fermato, sono andati a dirglielo e, patatrac!, è scoppiato un quarantotto. Per noi ragazzini la Vespa era un mito, pensi che in quegli anni a Verona offrivamo addirittura 50 lire a chi ne possedeva una».

Per fare cosa?

«Per farci solo un giretto sopra. Anche un isolato, eh! Poi finalmente ne ebbi una anche io, vera libidine».

In Sapore di mare con la Vespa ha fatto arrabbiare il bagnino Morino e poi si è lanciato in una sfida nella Pineta. Nel Ragazzo del Pony Express la guidava da «Belva».

«Quando mi venne l'idea per quel film, io e Mara (Venier - ndr) uscivamo spesso con Luca Cordero di Montezemolo e la sua allora compagna Edvige Fenech, allora gli chiesi una collaborazione: in fondo la Vespa era la protagonista e la Piaggio era nell'orbita degli Agnelli e della Fiat».

E lui?

«Disse che il pony express non era l'immagine trendy che si voleva dare della Vespa. Quindi me la negò. Ci rimasi male e perciò nel film, quando la parcheggiavo, prima la lucidavo e poi la buttavo per terra. Una gag tutta colpa di Montezemolo...» (sorride - ndr).

In 70 anni la Vespa ha avuto tante facce diverse.

«Vero. Con Gregory Peck e Audrey Hepburn in Vacanze Romane la Vespa era romantica. Poi è diventata rock per i ragazzi. Adesso siamo alla Vespa elettrica, e anche questa diventerà un simbolo italiano nel mondo.

A proposito: sa mica quanta autonomia avrà?».

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