Cronache

Rubati, danneggiati e spariti i gioielli di "The young Pope"

L'orafo del Papa denuncia: "Quelle opere usate nella serie tv sono le mie, sono stato ingannato e truffato"

Rubati, danneggiati e spariti i gioielli di "The young Pope"

Tutto succede in quei pochi secondi di trailer. La tv che lancia il promo della serie più attesa dell'anno. The young Pope, di Sorrentino sta per andare in onda. Sarà un successo assoluto. Un record. Novecentocinquantatré mila spettatori già al primo episodio. Due milioni in una settimana, e chi l'ha vista se n'è innamorato. Il giovane e affascinante Papa, Lenny Belardo, Pio XIII, così spiazzante e provocatorio, misterioso, che non concede confidenza a nessuno ma si strugge per un abbraccio dei genitori che lo hanno abbandonato è un'opera d'arte del genio di Sorrentino. Gli abiti, i gioielli che spiccano. Ma c'è un però.

Qualcosa non torna, proprio a partire da quel trailer che fa sobbalzare dalla poltrona Maurizio Lauri, tra i più accreditati e famosi orafi scultori, specializzato nella realizzazione di oreficeria sacra. Sue le creazioni indossate da Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e da Papa Francesco. Quelle immagini che scorrono veloce sul televisore sono inconfondibili. Quei gioielli, quelle croci pettorali, quei rosari, quegli anelli che si vedono scorrere nella serie sono proprio le sue creazioni. E attenzione: non riproduzioni, ma vere e proprie opere originali, di altissimo valore. Lo sconcerto di Lauri è enorme. Come è potuto succedere? Come sono arrivati i suoi gioielli al collo di Lenny Belardo interpretato da un magistrale Jude Law? La ricostruzione è semplice quanto sconcertante, dal sapore di una vera e propria truffa. L'intrigo dei gioielli di The young Pope, l'orafo dei papi gravemente danneggiato e beffato. Inizia così una lunga battaglia, l'artista difeso dallo studio del principe del foro, Nino Marazzita, conosciuto al grande pubblico anche per la sua partecipazione al programma Forum. Tutto inizia nel 2015 quando il titolare di una nota sartoria di Roma, I santi del Borgo, che si occupa anche di vestire la Guardia Svizzera del Vaticano, propone all'artigiano di esporre le sue creazioni di oreficeria sacra presso la sua sartoria. Lui - ignaro - accetta, anche in virtù del fatto che i due erano stati presentati da un monsignore. Si fida e gli consegna un vero e proprio tesoro: 4 croci pettorali in argento dorato, 4 anelli in argento e vermeille coordinati con le croci pettorali, un rosario d'argento di particolare pregio artistico creato in un unico esemplare in occasione della realizzazione per papa Francesco di una croce pastorale. Un patrimonio, «opere realizzate in un unico esemplare originale, frutto del progetto storico-scientifico» con il solo fine di esporli. Gli accordi- secondo l'orafo erano chiari e inequivocabili: «Se qualcuno avesse voluto uno di quei gioielli, allora avrei proceduto a realizzare riproduzioni», si legge nell'atto di denuncia. E invece, nulla va come era stato pattuito. Non solo quei gioielli non restano nella teca espositiva, ma vengono usati all'oscuro del proprietario addirittura nella serie tv. L'orafo si attiva subito. Chiama e chiede conto al sarto che però rimbalza le accuse e pare prendere tempo, e quando restituisce i gioielli non solo risultano evidentemente danneggiati ma ne manca uno, una croce. «Le più danneggiate sono quelle indossate dal Cardinal Dussolier (un personaggio della serie)».

Ormai è chiaro: quello che vive l'orafo assomiglia più a un film che gira al contrario. Lui, la vittima, deve pure rincorrere chi gli ha sottratto indebitamente i gioielli, farsi spiegare come sono andate le cose, chiedere invece di concedere una liberatoria dalla produzione per una faccenda che non ha prodotto nessun riconoscimento del suo lavoro, nessun beneficio economico né di immagine. Anzi, le spiegazioni hanno il sapore di un'offesa. La battaglia è lunga e faticosa. Il sarto gli suggerisce di chiamare direttamente la produzione, lui si rivolge alla Wildside srl, che è all'oscuro di tutto e chiarisce: «Nell'autunno del 2015 ha ricevuto dal sig. Cicioni (il sarto) i monili di cui si discute unitamente al altri costumi, per utilizzarli durante le riprese della serie, in virtù di un accordo con il signor Cicioni». Insomma, è chiaro che l'unico che sa è il sarto; lui che tratta i gioielli come se fossero suoi. E dalle dichiarazioni della produzione emerge l'ennesimo indizio ai danni dell'orafo: la società Wildside srl aggiunge di «aver restituito al signor Cicioni i suddetti monili in perfette condizioni fatta eccezione per una croce, acquistata dalla produzione e per la quale ha provveduto a versare al signor Cicioni il corrispettivo richiesto». Ecco. Oltre al danno anche l'incasso.

Peccato che all'orafo rimangano solo i danni.

Commenti