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Il Russiagate a una svolta. Per i media "Mister X" è il supergenero Kushner

Indiscrezioni sul marito di Ivanka Trump come tramite di «The Donald» con il Cremlino

Il Russiagate a una svolta. Per i media "Mister X" è il supergenero Kushner

New York - Il caso Russiagate rischia di travolgere direttamente il clan Trump oltre che mettere in ginocchio la cabina di regia della Casa Bianca. Jared Kushner, genero del presidente degli Stati Uniti, nonché colui che si è affermato come principale uomo di fiducia nella sua amministrazione, potrebbe essere il misterioso «X Man» indicato da alcune gole profonde come direttamente coinvolto nello scandalo sui legami tra membri dell'entourage del tycoon e uomini legati al Cremlino. La voce più accreditata in questo senso è Yashar Ali, collaboratore del New York Magazine, oltre che di Daily Beast, Huffington Post e Mother Jones, che ha scritto su Twitter: «È Jared Kushner. Lo hanno confermato quattro persone. Non sono speculazioni».

Il Washington Post è stato il primo a rivelare come un alto funzionario di Pennsylvania Avenue sia ritenuto «persona di interesse» dagli uomini dell'Fbi impegnati nell'indagine sul Russiagate, e che vorrebbero ascoltare. Il quotidiano della capitale tuttavia si è limitato ad affermare che si tratta di qualcuno vicino al presidente, senza specificarne l'identità. Alcuni media americani e britannici, tra cui l'Independent, invece, rilanciano, e sostengono ci sia un coinvolgimento del marito di Ivanka, figlia prediletta del Commander in Chief. Che Kushner abbia legami con la Russia lo affermano in diversi, anche se i consiglieri della Casa Bianca si sono limitati a confermare in passato contatti tra funzionari di Mosca e Jared (oltre che con il ministro della Giustizia Jeff Sessions e il segretario di stato Rex Tillerson). Mentre secondo altre fonti nel dicembre 2016 il genero di Trump si è incontrato con Sergej Gorkov, numero uno della banca Vnesheconombank (Veb), di proprietà del governo russo.

Le indiscrezioni sul 36enne miliardario sono state diffuse mentre The Donald è impegnato nella sua prima attesa missione all'estero, iniziata ieri dall'Arabia Saudita, che lo porterà nei prossimi giorni anche in Israele, Vaticano, al vertice Nato di Bruxelles e al G7 di Taormina. E al suo fianco c'è anche Kushner, insieme alla first lady Melania, a Ivanka, e ai vertici dello staff presidenziale. Proprio Jared, peraltro, sarebbe l'artefice del maxi-accordo da 110 miliardi di dollari siglato dal Commander in Chief e dal re saudita Salman per una serie di commesse su armamenti che comprendono aerei, navi, bombe di precisione, e anche un sofisticato sistema radar anti-missile. Un pacchetto che si inserisce all'interno di un obiettivo ancora più ambizioso, ossia quello di arrivare alla cifra record di 350 miliardi di dollari in 10 anni.

A Washington, l'ex direttore dell'Fbi James Comey ha accettato di essere ascoltato in un'audizione pubblica dalla commissione intelligence del Senato che sta indagando sul Russiagate, come annunciato dal presidente di quest'ultima, il senatore repubblicano Richard Burr, pur se ancora resta da fissare la data. Sebbene l'ipotesi che la vicenda possa arrivare a una messa in stato di accusa del presidente rimanga per ora remota, i legali della Casa Bianca avrebbero iniziato a studiare le procedure di impeachment per essere pronti nel caso in cui Trump dovesse essere accusato. Nel corso della settimana, secondo la Cnn, gli avvocati di Pennsylvania Avenue avrebbero infatti consultato alcuni esperti in impeachment per raccogliere più informazioni possibili.

Dalla Russia, invece, il ministro degli Esteri Sergej Lavrov smentisce la notizia secondo cui avrebbe parlato del siluramento di Comey nel suo incontro con Trump. «Non abbiamo neanche discusso questa questione» ha detto ai giornalisti il capo della diplomazia di Mosca. Mentre sempre la Cnn ha rivelato che in alcune conversazioni intercettate dagli 007 americani durante la campagna elettorale alcuni funzionari russi si vantarono di coltivare una forte relazione con il generale Michael Flynn, tanto da ipotizzare un suo utilizzo per influenzare il tycoon e la sua squadra.

Per questo, alcuni dei responsabili in seguito limitarono le informazioni da condividere con Flynn, nel frattempo nominato consigliere per la sicurezza nazionale, e poi costretto alle dimissioni a causa del Russiagate.

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