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Il Russiagate tormenta ancora Trump

L'Fbi conferma le indagini sulle collusioni dell'entourage del tycoon

Il Russiagate tormenta ancora Trump

New York - Giornata nera per il presidente americano Donald Trump: per la prima volta il direttore dell'Fbi James Comey ha confermato ufficialmente che il Bureau sta indagando su possibili collusioni del suo entourage con esponenti del governo russo nel corso delle ultime elezioni. Durante l'attesa audizione presso la commissione intelligence della Camera, inoltre, Comey ha detto di «non avere informazioni a sostegno» delle accuse di The Donald contro il predecessore Barack Obama, sulle presunte intercettazioni presso la Trump Tower. Per quanto riguarda il Russiagate, invece, il direttore dell'Fbi ha precisato che le indagini «includono verifiche sulla natura di legami tra persone associate alla campagna Trump e il governo russo, e se ci sia stato un coordinamento tra le due parti».

Comey ha detto di essere stato autorizzato dal Dipartimento di Giustizia a confermare pubblicamente l'inchiesta degli 007 Usa: «Non è nostra pratica confermare l'esistenza di indagini in corso», ha spiegato, ma in questo caso si tratta di «circostanze inusuali». Immediata la replica della Casa Bianca, che tramite il portavoce Sean Spicer ha detto di non vedere nulla di nuovo nelle deposizioni in Congresso. «Indagare e avere prove è diverso», ha precisato, ribadendo che non esiste «alcuna prova» di collusione tra Mosca e la campagna di Trump.

Prima ancora dell'audizione a Capitol Hill, il Commander in Chief ha affidato a Twitter, come di consueto, i suoi commenti: il responsabile dell'intelligence «James Clapper e altri hanno appurato come non ci siano prove che il presidente Usa ha agito in collusione con la Russia. Questa storia è FAKE NEWS e tutti lo sanno!».

«Seguiremo i fatti ovunque ci porteranno», ha detto invece Comey, assicurando la massima imparzialità. Poi, incalzato sul fatto che il Cremlino preferisse la vittoria di Trump a quella di Hillary Clinton ha risposto: «Corretto». Il presidente russo Vladimir Putin, ha aggiunto, preferisce avere a che fare con leader «che siano uomini d'affari, perché con loro è più facile negoziare», e ha citato come esempi anche l'ex premier italiano Silvio Berlusconi. Mentre sulle accuse mosse da Trump a Obama, Comey ha garantito: «Abbiamo guardato molto attentamente».

Anche il presidente della commissione intelligence della Camera, il repubblicano David Nunes, ha ribadito che dalle verifiche condotte non vi sono state intercettazioni «fisiche» presso la Trump Tower. È possibile però che «altre attività di sorveglianza» siano state condotte contro il tycoon e i suoi collaboratori.

Il capo della National Security Agency (Nsa), Mike Rogers, ha da parte sua confermato che «nessuno ha domandato al Regno Unito di intercettare Trump», anche perché ciò «è contrario alle leggi americane».

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