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Sì al nuovo processo: stretta su furti e rapine le pene sono raddoppiate

Via libera con fiducia al decreto del governo Ma giudici e avvocati salgono sulle barricate

Sì al nuovo processo: stretta su furti e rapine le pene sono raddoppiate

I nasprimento delle pene per furti in casa, scippi, rapine e voto di scambio; prescrizione più lunga; tempi certi per le indagini; giro di vite sulle intercettazioni. Sono solo alcuni punti della riforma della giustizia penale che ieri il Senato ha approvato, con il voto di fiducia contestato dalle opposizioni, e ora torna alla Camera per la terza lettura.

Gli obiettivi più controversi e delicati riguardano appunto l'allarme sicurezza che spinge molti italiani ad armarsi, la velocizzazione del processo penale intervenendo anche sulla fase d'inchiesta e sulle impugnazioni, il bilanciamento tra uso delle intercettazioni e protezione della privacy, il salvataggio di molte cause destinate al macero per i tempi lunghi della giustizia.

Sono stati 156 i voti a favore nell'aula del Senato, 121 i contrari e uno astenuto, con il Pd compatto per il sì (2 assenti su 99 senatori e il presidente di Palazzo Madama Pietro Grasso che secondo la prassi non ha votato), insieme a tutti e 12 i transfughi democratici progressisti, 24 di Ap (3 assenti), il gruppo per le Autonomie con il solo no di Claudio Zin e 4 assenti, 8 su 33 del gruppo Misto. Non ha partecipato al voto Dario Stefano di Sel, mentre il fronte del no ha riunito Fi e M5S, Ala, Cor e Gal con solo 2 voti a favore della fiducia (Naccarato e D'Onghia). La maggioranza festeggia una «riforma coraggiosa», mentre per il M5S si tratta di un «inganno che lega le mani a toghe e forze ordine».

Per l'Anm si tratta di «una riforma non organica che rallenta i processi» e si tradurrà «in un danno per i cittadini». L'Unione Camere Penali parla di «scelte autoritarie e antidemocratiche imposte dal governo» e conferma l'astensione dalle udienze dal 20 al 24 marzo. Il ddl intitolato al «rafforzamento delle garanzie» e alla tutela della «ragionevole durata dei processi», dicono gli oppositori, in realtà otterrà risultati opposti.

Vediamo le principali modifiche del codice penale e di quello di procedura penale. Per furto in abitazione e scippo il minimo della detenzione passa da 1 anno a 3 e aumenta anche la pena pecuniaria. Come per la rapina che sale da 3 a 4 anni nel minimo la pena detentiva. Per il reato di scambio elettorale politico-mafioso, si prevede la reclusione da 6 a 12 anni.

Altro capitolo che ha portato a divisioni anche nella maggioranza è la prescrizione: viene sospesa per 18 mesi tra primo grado e appello e altrettanti tra appello e Cassazione.

La riforma fissa poi il termine di tre mesi (prorogabile di altri tre) per la richiesta del pm di archiviare o rinviare a giudizio. Diventano 15 mesi per delitti di mafia e terrorismo. Aumenta a 20 giorni il termine per opporsi alla richiesta di archiviazione. Se il giudice non l'accoglie, deve fissare entro tre mesi l'udienza e decidere entro altri tre se non sono necessarie ulteriori indagini.

La stretta sulle intercettazioni prevede un risparmio di 80 milioni in tre anni. Il governo fisserà i limiti alla pubblicazione dei colloqui e ci sarà la reclusione fino a 4 anni per chi diffonde riprese audiovisive o registrazioni di conversazioni telefoniche captate fraudolentemente.

Ci sarà l'obbligo di riservatezza anche sugli atti inviati al giudice dal pm con intercettazioni di conversazioni, comunicazioni informatiche o telematiche inutilizzabili.

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