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Sì alle primarie e unità Le mosse di Berlusconi per l'operazione rilancio

Il Cavaliere continua a lavorare su un nuovo soggetto più vicino alla gente. Amministrative, si fa strada l'ipotesi di consultazioni interne

Sì alle primarie e unità Le mosse di Berlusconi per l'operazione rilancio

C oinvolgere gli elettori, spezzare il circolo vizioso della nausea verso le istituzioni, fermare l'effetto virale dell'antipolitica. Silvio Berlusconi chiede da tempo ai suoi dirigenti di riavvicinarsi agli elettori, di ascoltarne i bisogni e immaginare nuovi strumenti di dialogo e di azione. In questo senso va letto innanzitutto il lancio di «Altra Italia», laboratorio di idee e persone, utile a riavvicinare alla politica chi non prova più alcuna attrazione per i simboli tradizionali. Ma anche il via libera al lancio delle primarie in vista delle amministrative 2016, così come quella promessa - «ci batteremo per le preferenze» - passata quasi inosservata nel suo discorso del 16 luglio scorso nell'auletta dei gruppi parlamentari di Montecitorio.

Il primo a proporre una consultazione dal basso per la selezione dei candidati sindaci delle grandi città è stato Renato Brunetta. Da lì a poco si è apertamente esposta per le primarie bolognesi, Anna Maria Bernini, facendo il nome del giovane consigliere regionale Galeazzo Bignami e ricevendo una disponibilità di massima sul metodo dal segretario regionale della Lega, Fabio Rainieri. Ieri poi è arrivato un segnale importante da Giovanni Toti, una sorta di sigillo sulla reale volontà di percorrere questa strada. «Per le amministrative o troviamo un candidato che unisca tutti o facciamo le primarie» dice a Repubblica . «Sono i sondaggi a dirci che se corressimo uniti Milano e Napoli sono espugnabili, e che a Bologna il Pd non vincerà al primo turno. Le Regionali ci hanno insegnato che dove corriamo uniti, come Liguria e Veneto, vinciamo. Dov'eravamo divisi ci hanno stracciati».

La proposta incontra consensi dentro Fi. Per Alessandro Cattaneo «nei capoluoghi, laddove l'obiettivo è quello di tenere unita la coalizione, ben vengano. Io sono favorevole. In prospettiva possono rappresentare un test per poi ragionare sul loro utilizzo a livello nazionale». E Annamaria Bernini aggiunge: «Serve un'azione politica forte, efficace, percepita. L'obiettivo è di mettersi in gioco, allargare gli spazi democratici e riportare così persone al voto».

Segnali di interesse arrivano anche dagli altri partiti. Raffaele Fitto polemizza con Toti, ricordando di aver proposto le primarie per mesi, inascoltato. Toti replica facendo cenno alla richiesta rivolta alle scorse Regionali all'ex dirigente pugliese di Fi di candidarsi, mettendosi in gioco in prima persona. «In ogni caso guardiamo al futuro e cerchiamo i candidati migliori per vincere le amministrative». Francesco Storace pensa a primarie per mettere fine allo «sbando nella Capitale. Serve un movimento di popolo, contro gli inciuci che uccidono Roma». Via libera anche da Ignazio La Russa: «Quando vi sono più candidati bisogna evitare di dividersi, avvantaggiando la sinistra. In questo caso la soluzione migliore sono le primarie». Sullo sfondo continua a tenere banco la questione della candidatura di Paolo Del Debbio a Milano. Il giornalista è dubbioso: «Non mi candido, meglio Berlusconi o Albertini». Mario Mantovani, vicepresidente della Regione Lombardia, tiene aperta la porta. «Sono convinto che Berlusconi indicherà il miglior candidato per Milano. Del Debbio sicuramente è nella rosa.

Vedremo».

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