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Sì del Senato, codice antimafia torna alla Camera

Approvato nonostante le tensioni il codice antimafia. Orlando: "Non sarà modificato alla Camera"

Sì del Senato, codice antimafia torna alla Camera

Nonostante le tensioni, il Senato ha approvato il codice antimafia con 129 voti a favore, 56 contrari e 30 astenuti. Il provvedimento torna alla Camera.

Ad animare il dibattito prima del voto è stata la dicisione di introdurre la modifica che varia la copertura dell'articolo 32 e una ripartizione annuale degli oneri. Diversi senatori dell'opposizione hanno quindi chiesto di convocare la Giunta per il regolamento, convocazione esclusa dal presidente Pietro Grasso. A quel punto Ap ha lasciato libertà di voto, mentre il M5S ha annunciato l'astensione contro il "compromesso al ribasso" del Pd. Forza Italia non ha invece partecipato al voto.

Il rischio è che ora la legge possa essere ulteriormente modificata al Senato. In particolare nel mirino c'è la norma che estende l'applicabilità delle misure di prevenzione personale e patrimoniale agli indiziati di reati contro la pubblica amministrazione (come la corruzione). Norma contestata anche da Raffaele Cantone in un'intervista al Giornale.

"Vedremo se i rilievi fatti sono fondati", dice però il ministro della giustizia, Andrea Orlando, "Ci sono opinioni moto diverse sia in dottrina che in magistratura, faremo una ricognizione. Vedremo se le modifiche sono necessarie e se sì, dove introdurle.

Mi pare che la Camera abbia già dato un voto chiaro sul provvedimento, credo che ci siano tutte le condizioni per portarlo fino in fondo".

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