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Sale Padoan, scende Grasso: il totonomi per il dopo Renzi

Matteo Renzi si dimette, oggi o dopo l'approvazione della legge elettorale. Ecco chi potrebbe sostuirlo in attesa di una nuova riforma

Sale Padoan, scende Grasso: il totonomi per il dopo Renzi

Che sia oggi o tra qualche giorno, dopo che la legge di Bilancio è stata approvata, Matteo Renzi ha deciso: lascia Palazzo Chigi.

È iniziato così un serrato "totopremier". La girandola di nomi impazza e ogni possibile candidato si porta dietro uno scenario diverso. Anche se l'orizzonte sarebbe ben preciso: legge elettorale e poi voto.

In pole resta in nome di Pier Carlo Padoan. L'attuale ministro delle Finanze, dalla sua può vantare una grande credibilità (anche internazionale), un buon rapporto con lo stesso Renzi, un profilo tecnico ma "stemperato" dall'esperienza degli ultimi due anni che renderebbe il suo esecutivo più impermeabile di fronte alle polemiche politiche.

Scende invece nel totonomi Pietro Grasso. Il nome del presidente del Senato resta non particolarmente gradito a una parte del Pd, i renziani più ortodossi. In più, il momento già difficile non suggerirebbe di non stravolgere ulteriormente gli equilibri istituzionali già precari (chi andrebbe a guidare palazzo Madama?).

Il Pd che resta il maggior partito per numeri sia alla Camera che al Senato renderebbe percorribile anche la via di un dopo Renzi sempre targato Nazareno. In questo caso, i nomi spendibili sarebbero diversi. Tra questi, certamente il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, stimato da tutte le anime interne del Pd e ben attrezzato politicamente (al netto delle indiscusse doti diplomatiche) per affrontare la fase delicata.

Continuando a pescare nel Pd, nel totonomi resta il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio: grande mediatore, ottimo feeling con il Quirinale, stretto rapporto con lo stesso Renzi, anche se in passato non sono mancate le distanze tra i due.

Ottimo curriculum vanterebbe poi Dario Franceschini, secondo molti il traghettatore perfetto. Molto vicino al capo dello Stato, il ministro della Cultura è sempre stato in prima fila nelle crisi degli ultimi anni per trovare le soluzioni istituzionali più ragionate.

Sembrerebbe impraticabile, invece, l'ipotesi di affidare il governo a un nome riconducibile al giglio magico, come Maria Elena Boschi o Luca Lotti. Se, come potrebbe essere, Renzi decidesse di rilanciare la sua sfida politica dal Pd i suoi fedelissimi resterebbero al suo fianco.

Paiono, infine, davvero complicate soluzioni legate a "assi" da tirare fuori dal mazzo a sorpresa, a partire da quelli di Romano Prodi o ancora di più di Giuliano Amato.

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