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Sale la protesta contro Johnson: migliaia ai cortei in trenta città

La folla: "La democrazia è nostra". Corbyn: "Stop no deal"

Sale la protesta contro Johnson: migliaia ai cortei in trenta città

Londra Gli Inglesi non ci stanno a farsi scippare la democrazia. Sale la tensione in Gran Bretagna dopo la decisione presa dal Premier Boris Johnson di sospendere il Parlamento per cinque settimane. Ieri la gente è scesa in piazza in una trentina di città per far sapere al governo che non subiranno senza farsi sentire questo colpo di mano. È ben vero che la decisione di Johnson è legittima perché' consentita dal sistema britannico, ma è altrettanto vero che si tratta di un'azione rarissima. Inoltre i Conservatori, come da alcuni giorni ricorda un video che viene trasmesso senza sosta su un camion in giro per le strade di Londra, avevano promesso che mai e poi mai avrebbe consentito che una cosa simile accadesse.

Ieri i manifestanti sono stati migliaia, manifestazioni di massa hanno avuto luogo a Cambridge, Oxford, Edimburgo, Belfast, Exeter, Nottingham, Manchester e Liverpool. A Londra la gente ha bloccato il traffico di fronte alla sede del Parlamento e nel West End. Un altro sit in si è svolto a Trafalgar Square e poi i contestatori si sono diretti verso Buckingham Palace urlando: «La democrazia è nostra». Forse neppure Johnson si aspettava una reazione così forte da parte dell'opinione pubblica. Fino ad ora, sulla Brexit, mentre in Scozia o in Irlanda le manifestazioni organizzate erano molto frequenti, a Londra e nelle altre città del Regno, la protesta si faceva sentire più raramente rispecchiando la realtà di un Paese diviso a metà tra Remainers e Leavers. Ma questa volta la situazione è diversa.

A Liverpool c'è chi racconta alla Bbc di non essere mai scesa mai in piazza ma di «essere orgoglioso di essere qui a protestare insieme agli altri, a chi votato per rimanere e a chi ha votato per restare. Non staremo zitti, senza di noi il governo non ha potere e noi continueremo a far vedere il nostro fino a che Johnson non verrà fermato». Una folla di manifestanti si è raccolta anche di fronte al Balliol College di Oxford dove Boris Johnson ha studiato, mentre a Glasgow ha parlato il leader dei laburisti Jeremy Corbyn.

«Il messaggio di questi manifestanti al Primo Ministro è chiaro: non ci porterai fuori dall'Europa senza un accordo».

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