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"Per la salma di Amri? Paghi il governo"

Scontro sul cadavere del killer di Berlino tra i sindaci di Sesto S. Giovanni e Milano

"Per la salma di Amri? Paghi il governo"

Milano Era il 19 dicembre 2016 al mercatino di Natale di Berlino quando Anis Amri, guidando un Tir rubato, travolse e assassinò dodici persone, tra cui l'italiana Fabrizia Di Lorenzo, e ne ferì cinquantasei. Poi fuggì. Alle tre del mattino del 23 dicembre, a Sesto San Giovanni, alle porte di Milano, Amri, che era riuscito a scappare fin lì, fu ucciso durante un controllo della polizia di Stato.

Nessuno tocchi Caino? È da allora che del corpo del ventiquattrenne nato a Oueslatia nessuno vuol sapere nulla: non lo hanno reclamato i suoi genitori e nemmeno il suo Stato, la Tunisia. Così, è rimasto per sei mesi in una cella frigorifera dell'obitorio di Milano. Nella tragedia, quasi subito era esplosa la polemica politica su chi dovesse pagare i costi del «deposito salma» e perché toccasse agli Italiani farsi carico della spesa, oltre che correre il rischio di dover dare sepoltura a un uomo di natali stranieri autore di crimini efferati. A fine giugno, la salma di Anis Amri è stata portata in Tunisia. Ma la polemica sul cadavere non si è sedata. E oggi si registra un altro capitolo di questa dolorosa storia.

Al Comune di Sesto San Giovanni, dove è morto Anis Amri, è arrivata la fattura del Comune di Milano: 2.160,18 euro per saldare i conti del «deposito salma». Una specie di atto dovuto, dal momento che la legge prevede che a pagare, per le salme «non reclamate», sia il Comune dove è stato ritrovato il cadavere, in questo caso Sesto San Giovanni. Il neoeletto sindaco Roberto Di Stefano, esponente di Forza Italia, ha però protestato, confermando di non avere alcuna intenzione di saldare la fattura, che è stata rifiutata. E ha scritto al presidente del consiglio, Paolo Gentiloni, al ministro degli Esteri Angelino Alfano e al sindaco di Milano Giuseppe Sala, sollevando ancora una volta la questione.

«Siamo alla follia. Mi opporrò con ogni mezzo a questa vergognosa e offensiva richiesta. I soldi dei miei cittadini non saranno mai utilizzati per questo. Se vogliono paghino loro» le parole polemiche di Di Stefano. Già quando la salma era stata trasportata in Tunisia, Di Stefano aveva chiesto che a farsi carico dei costi fossero altri. «È chiaro che se Amri è stato trasportato in Tunisia, qualcuno lo ha reclamato e quindi si dovrà far carico delle spese» il ragionamento di Di Stefano. Il sindaco ne fa una questione di principio: «Una cosa è certa: Sesto non tirerà fuori neppure un euro».

Il Comune di Milano non ha intenzione di pagare il conto. E fa sapere che i prossimi passi saranno un sollecito di pagamento a Sesto, un'ingiunzione e, se impugnata, un contenzioso.

Un dramma adesso in carte bollate.

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