Penso innovativo

L'alchimia del futuro per trasformare rifiuti e fanghi

A salone Ecomondo sono presentati nuovi modelli per un ambiente più «green» Acea investirà 1,7 miliardi nei prossimi tre anni

L'alchimia del futuro per trasformare rifiuti e fanghi

Si concluderà domani a Rimini, la XXIII edizione di Ecomondo, la più importante fiera dedicata alla sostenibilità e all'economia circolare dell'area euro-mediterranea.

Acea, fra le aziende leader per i multi servizi, ha presentato i suoi progetti per un Paese più sostenibile. Dal compattaggio dell'umido «intelligente» al progetto di ricerca e sviluppo «Sludge Mining» dedicato all'estrazione di fanghi, alle Case dell'acqua.

Il filo conduttore è un modello di sviluppo all'insegna della circular economy e della sostenibilità. Sul Piano di sostenibilità 2019-2022, Acea ha programmato investimenti per 1,7 miliardi di euro, anche di questo ha parlato la Presidente di Acea, Michaela Castelli durante la Sessione plenaria internazionale degli Stati generali di Ecomondo, intervenendo su «Clima e Green New Deal: un patto tra imprese e governi».

Il compostaggio a chilometro zero.

Acea ha presentato in fiera l'impianto SmartComp realizzato con Enea e Università della Tuscia, rivolto alle grandi imprese (centri commerciali, mense, aeroporti e stazioni) che gestiscono grandi quantità di rifiuti organici. Il nuovo mini impianto permette di trasformare in loco i rifiuti umidi in compost tramite un processo aerobico che, in circa 90 giorni, produce fertilizzante di qualità pronto per l'utilizzo.

Fertilizzanti dai fanghi di depurazione.

Lo «Sludge Mining» (ovvero estrazione di fanghi) è un progetto di ricerca e sviluppo finalizzato a creare un impianto di recupero innovativo a Chiusi, in provincia di Siena. Acea ha previsto un investimento di 7,4 milioni di euro sul progetto di ricerca, cofinanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico e dalla Regione Toscana per circa 2,3 milioni. L'impianto funzionerà come un laboratorio stabile di ricerca dedicato ai prodotti di recupero dai processi di carbonizzazione per la produzione di biopolimeri, produzione di biometano e soprattutto recupero del fosforo da fanghi, oltre alla realizzazione di una serra idroponica. Partecipano al progetto la società Ingelia e le Università di Firenze, Pisa, Siena, Parma e il Politecnico di Milano. Il progetto di ricerca prevede la nuova tecnologia di carbonizzazione idrotermica (HTC) brevettata da Ingelia.

Acea ha avviato un iter autorizzativo presso la Regione Toscana per realizzare a Chiusi un impianto di recupero che avrà una capacità di trattamento pari a 80.000 tonnellate annue di fanghi di depurazione. Sarà il primo impianto in Italia e il più grande d'Europa, quindi molto più grande rispetto a quelli già esistenti in Spagna, Belgio e Inghilterra. Il processo di carbonizzazione idrotermica che avviene nei reattori chiusi e l'impiego di tecnologie innovative garantirà la totale assenza di odori ed emissioni. L'impianto potrà produrre circa 8 mila tonnellate annue di biolignite, un combustibile con un ridotto contenuto di zolfo, di origine biologica e rinnovabile, che consente di evitare l'emissione di 16.280 tonnellate annue di CO2 e che permetterebbe di riscaldare in modo sostenibile 4.000 famiglie. Lo stesso impianto produrrà circa 6 mila tonnellate annue di fertilizzante organico, una quantità che consentirebbe di fertilizzare circa 20mila ettari di terreno, pari a circa 25mila campi di calcio. Con questo sito e con quello di Monterotondo Marittimo, situato in provincia di Grosseto e abilitato al trattamento di 25mila tonnellate annue, Acea tratterà un totale di 105mila tonnellate di fanghi, pari quasi all'intera quantità prodotta dalla Regione Toscana.

Il network di imprese.

Il Presidente di Acea Ambiente, Giovanni Vivarelli, ha presentato ieri insieme ad altri 13 partner, il contratto di rete Aires, che segna l'adesione della multiutility a un network di imprese, istituzioni e consorzi tecnologici impegnate per lo sviluppo di economia circolare e sostenibilità ambientale.

Le Case dell'acqua.

Da sempre attenta alla tutela dell'acqua, Acea, leader in Italia nella gestione del servizio idrico, con circa nove milioni di clienti serviti, sta fronteggiando le criticità dovute ai cambiamenti climatici. Le Case dell'acqua favoriscono il risparmio idrico. Distribuite tra Lazio, Toscana, Umbria e Campania, le Case dell'acqua Acea, sono in tutto 549 e hanno erogato in base a stime elaborate da Acea - più di 696 milioni di litri di acqua, l'equivalente di circa 300 piscine olimpioniche. Inaugurate prima a Roma e poi nel resto dei territori, il loro utilizzo ha permesso di diminuire l'uso di 464 milioni di bottiglie di plastica da un litro e mezzo e ha evitato l'emissione di oltre 135.594 tonnellate di CO2 nell'atmosfera, pari alla quantità prodotta da una cittadina di oltre 22.500 abitanti (il dato comprende sia la produzione delle bottiglie, sia il loro trasporto su gomma).

A Ecomondo.

Lo stand di Acea, nel Padiglione D3, occupa 200mq: è stato trasformato in un salotto mediatico dove, tra incontri e interviste, si approfondiscono temi e progetti legati alla circular e green economy.

Diversi gli intrattenimenti per il pubblico: dal percorso educativo sul ciclo dell'acqua rivolto agli studenti a un'interazione che mostra l'importanza del riutilizzo, per dare una seconda vita, grazie al restyling creativo, agli oggetti.

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